Il judo tra dojo e vita

Il judo tra dojo e vita

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URBISAGLIA – Saggio finale degli allievi del locale Judo Club. Tra gli atleti una bambina di tre anni

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Un momento del saggio a Urbisaglia

di Leonardo Luchetti

Gli allievi e le allieve del judo club Urbisaglia in occasione del saggio di fine anno hanno dimostrato sabato in piazza Minerva a Urbisaglia ai presenti i progressi fatti nel periodo di insegnamento appena concluso.
Dato il diverso livello di esperienza e le diverse età dei ragazzi e  tutti sono stati divisi in quattro gruppi
Il primo gruppo composto da bambini e bambine che lavorano principalmente sulla psicomotricità il secondo gruppo dove i ragazzi e le ragazze iniziano a lavorare sulle tecniche il terzo gruppo dove le tecniche vengono perfezionate ed infine il quarto gruppo composto dagli agonisti, quindi ragazzi e ragazze con una maggiore esperienza.

judo_urbisaglia-1I bambini e le bambine del primo gruppo davanti agli spettatori hanno dimostrato come il judo conferisca loro spiccate capacità psicomotorie. Un esempio è stato dato da una bambina di soli tre anni che riesce a camminare sulla trave, a fare lo slalom o a fare la capovolta elementi eccezionali considerando l’età.
Queste capacità continuano a svilupparsi con il passare degli anni e all’aumentare dell’esperienza, infatti i bambini e le bambine del secondo gruppo hanno dimostrato di saper cadere elemento fondamentale del judo e di sapere applicare le loro capacità e conoscenze per eseguire tecniche.
Le tecniche vengono affinate dai ragazzi e dalle ragazze del terzo gruppo i quali durante il saggio hanno mostrato tutti i tipi di tecniche distinte in tre gruppi: Te Waza nelle quali abbiamo un uso prevalente delle braccia, Koshi Waza nelle quali abbiamo un uso prevalente delle anche e Ashi Waza nelle quali abbiamo un uso prevalente delle gambe e dei piedi.
judo_urbisaglia-2Infine i ragazzi e le ragazze del quarto gruppo hanno fatto vedere tecniche che richiedono esperienza, oltre che strangolamenti e leve, dando prova dei molti allenamenti fatti e delle conoscenze acquisite grazie all’insegnante Mauro Contigiani.
Naturalmente il judo non si limita alle tecniche fatte in palestra, infatti è un importantissimo strumento di autodifesa, proprio per questo durante il saggio delle ragazze dei ragazzi che venivano attaccati con schiaffi pugni strangolamenti coltelli o pistole, scene che tristemente accadono molto spesso al giorno d’oggi, sono riusciti a schivare il colpo e a disarmare o atterrare coloro che li attaccavano. Questa possiamo considerarla come una delle più importanti applicazioni pratiche nella vita di tutti i giorni del judo.
A conclusione della serata l’insegnante ha consegnato agli allievi e alle allieve la cintura di grado superiore che si sono guadagnati con un esame pratico e teorico, e altri gadget collegati con la palestra.

I ragazzi e le ragazze ringraziano l’insegnante Mauro contigiani, che con pazienza ha condiviso con loro le sue conoscenze permettendo loro di essere judoka migliori, ma soprattutto persone migliori.



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