Ormai da diversi anni l’IIS Filelfo di Tolentino in collaborazione con Compagnia della Rancia e Cronache Maceratesi Junior porta avanti il progetto “Voci dal teatro”, volto alla sensibilizzazione del linguaggio teatrale da un lato e alla valorizzazione delle eccellenze dall’altro. In particolare una redazione scelta, composta da cinque studenti e studentesse del liceo classico e scientifico, partecipa agli spettacoli della stagione del Teatro Vaccaj di Tolentino in posti riservati, e scrive una breve recensione, arricchita spesso da interviste agli attori. Il progetto vede coinvolti Francesca Feliziani, Leonardo Cruciani, Eva Diomedi e Francesco Feliziani della IV A del liceo classico ,Alessia Reggio del II A scientifico sotto la guida e la supervisione delle docenti referenti del progetto, le professoresse Cristina Lembo e Sandra Cola.
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«Sono innamorato e sono pieno di sogni, come Vincent, un uomo ricco di sfaccettature che riempiono la sua personalità e concorrono alla sua umanità come i colori di una tavolozza; la vita di Vincent, come erroneamente si pensa, non è governata dalla follia, lui non è un pazzo che si suicida. Ed è per questo che lo spettacolo non si forma attorno solo alla sua storia, ma essa diventa il punto di partenza dei sogni di tante persone».
Incredibile come le parole di Andrea Ortis, eccellente regista decisamente una firma eclettica nel panorama del musical italiano, riescano a delineare perfettamente lo spettacolo di cui Ortis stesso è protagonista. Van Gogh cafè, rappresentato al teatro Vaccaj di Tolentino il 19, 20 e 21 gennaio, è una pièce teatrale prodotta dalla Mic Musical International Company che, dopo il grande successo de La Divina Commedia Opera Musical e di Vajont torna con una commedia musicale con orchestra dal vivo. Lo spettacolo è incentrato sui sentimenti, sulla malinconia, sul senso di solitudine e sulla gioia effimera, dove anche i colori si affermano come protagonisti, attraverso proiezioni animate 3D che accompagnano le note degli straordinari musicisti, le voci degli eccellenti protagonisti e la narrazione di una storia avvincente e bellissima.
Il punto di partenza di questo viaggio è l’ingresso al cafè di un solitario, diplomatico avventore, M. Louis Philippe, venuto in possesso del libro che racchiude l’avvincente corrispondenza in vita di Vincent con il fratello Theo.
Quest’uomo turba l’equilibrio del cafè, gestito con minuziosità da Madame Odille, suadente e scaltra cantante che dirige le prove del debutto serale a cui si prepara assieme alle sue cinque ballerine. Con la complicità del cameriere Luc, su uno sfondo che ritrae le emozioni delle prove, gli amori dei musicisti, le confidenze da camerino, una delle ballerine, Aline, si espone e trova il coraggio di mostrare la propria passione e bravura nel canto, affronto che Odile inizialmente non ha la forza di accettare, costringendo l’ambiziosa ragazza al suo ruolo. Ma sono la forza dei dipinti di Van Gogh, capaci di parlare nel momento in cui ci si immerge completamente in essi, in grado di insegnare quando li si comprende e li si vive, che stravolgono le vite di quei musicisti, di quel cameriere e di quelle ballerine. In essi Odile trova la sicurezza di uscire da quel locale per riprendersi la sua libertà, strappata da lei troppo presto senza la possibilità di reimpossessarsene; in essi Aline scopre la voglia e la speranza di poter fare qualcosa di diverso nella sua vita, non avendo fretta a dar via la scatola dei suoi sogni; in essi Luc comprende sé stesso.
Perché l’arte non è degli artisti, ma nostra nel momento in cui vi ci ritroviamo.