“Viva la pappa col pomodoro! Viva la pappa … è un capolavoro!” Chi non ricorda una giovanissima Rita Pavone che interpretava (era il 1965) questa canzone, vestendo i panni di Gian Burrasca? Il pezzo musicato da Nino Rota è divenuto celebre anche presso chi è di più recente nascita. Ma quanti di noi hanno letto il Giornalino dell’omonimo personaggio Giannino Stoppani? La lettura di questo romanzo in forma di diario, pubblicato in volume nel 1912, accomuna ragazzi e adulti da molte generazioni. Tutti si sono più o meno rispecchiati in quel bambino di 9 anni combinaguai non perché cattivo, ma troppo vivace e divertito dal mondo a volte ipocrita dei grandi. La classe 5^B della scuola primaria “Lucatelli” di Tolentino ha allestito uno spettacolo nell’auditorium della scuola interpretando con disinvoltura i vari personaggi di questo classico dell’umorismo italiano.
Le maestre Antonietta Pottetti e Simonetta Farroni hanno curato le scene, le canzoni, i dialoghi, facendo esprimere la creatività maturata dai bambini al termine del primo ciclo di studi. Tutti in divisa blu da collegiali hanno cantato le malefatte di Gian Burrasca, accompagnandosi con movimenti ritmati. Poi, con rapidi cambi d’abito, piccoli gruppi hanno dato vita a sketch, in ciascuno dei quali un bambino diverso vestiva i panni del protagonista pasticcione. Nel primo lo ha impersonato Filippo. Che ha combinato? Ha copiato una parte del diario di sua sorella, proprio quella che finisce in mano allo spasimante di lei e che contiene i motivi perché costui non le piaccia. Imbarazzo per tutta la famiglia. E son botte per Gian Burrasca. Nella seconda parte Daniele è Giovannino; vive un po’ di tempo con la zia Bettina, fissata con le piante. E lui un giorno cosa fa? Attraverso un buco sotto al tavolo, con un bastone solleva lentamente il contenuto di un vaso che la zia sta innaffiando, facendole credere in una crescita miracolosa della pianta.
Poi qualcosa va storto, salta fuori la verità e sono ancora botte per il malandrino. Nel terzo sketch è Lorenzo ad avere la parte del protagonista. Sua sorella ha sposato il dr. Collalto e Giovannino è ospite da loro, a Roma. Un giorno arriva una marchesa, per una visita medica, e il bambino propone lui la cura al malanno della gran signora, come se fosse un vero dottore. Ma l’ennesimo scherzetto, appena scoperto, gli procura ancora tante botte. Il gran finale dello spettacolo si svolge nel collegio dove Gian Burrasca si pone a capo di una piccola rivoluzione contro il modesto cibo della mensa. Prima i bambini la boicottano, poi creano un gran scompiglio ai danni del direttore, della direttrice e del povero cuoco. In effetti stavolta non si sa chi ne prenda di più, di botte. Ma quel che conta è la sostanza: per essere brillanti, spontanei ed autentici bisogna nutrirsi bene. Quindi “Viva la pappa col pomodoro!”, e “abbasso” i grandi un po’ sciocchi e falsi.