Aurora, la nostra “Greta Thunberg”:
«Scioperiamo perché vogliamo un futuro»

Aurora, la nostra “Greta Thunberg”:
«Scioperiamo perché vogliamo un futuro»

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LA GIOVANE attivista di Tolentino racconta come nasce la manifestazione di oggi a Macerata e le difficoltà incontrate soprattutto a scuola: «Non giustificheranno le assenze. Ma la mia famiglia mi appoggia. Il clima non sta messo bene e non c’è molto tempo per cambiare le cose»

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Aurora Baglini

di Federica Nardi

Aurora Ballini, 16 anni, studentessa del liceo scientifico Filelfo di Tolentino, è una delle promotrici dello Sciopero per il clima che stamattina animerà le vie del centro storico di Macerata per concludersi con un sit-in in piazza della Libertà. La chiamano la “Greta Thunberg” di Tolentino perché, proprio come la sua coetanea svedese che ogni venerdì sciopera da scuola, Aurora ha deciso di scendere in campo in prima persona per battersi e sensibilizzare le istituzioni e il mondo economico della provincia sui problemi legati al cambiamento climatico.

Aurora, com’è nato il suo impegno sul tema?

«Qualche mese fa ho conosciuto il progetto Plant for the planet e da lì ho iniziato ad impegnarmi per loro. Poi ho conosciuto la storia di Greta e ho deciso di portare questi scioperi nella mia provincia».

Come si è mossa?

«Ho cominciato a parlare del problema del clima con i miei compagni di classe, con gli amici con cui esco il sabato, con la mia famiglia. Ho cercato qualche gruppo di Macerata e circa un mese fa ho conosciuto una signora che voleva crearne uno, così ho dato una mano».

Chi c’è dietro la manifestazione di oggi quindi?

«Siamo un gruppo di ragazzi e di adulti che hanno deciso di collaborare. Dagli studenti delle superiori, a quelli universitari, fino a persone più grandi».

La sua scuola appoggia l’iniziativa?

«Dipende. Alcune insegnanti sì, altre no. La scuola non ci ha appoggiato del tutto e ha annunciato che non giustificherà le assenze. Saranno presi dei provvedimenti disciplinari, ma non è chiaro di che genere. Ma chi non si è lasciato intimorire ha deciso di venire lo stesso».

I suoi genitori la appoggiano?

«Sì, perché anche loro credono in questa causa. È una consapevolezza che è nata con il tempo, sicuramente anche perché ho portato il tema in famiglia. Abbiamo cominciato a parlarne un po’ e poi sempre più spesso».

Qual è l’appello che rivolgete oggi alle istituzioni locali?

«Di avere più consapevolezza sul tema, perché noi giovani vogliamo un futuro. Nelle nostre città la tutela ambientale va favorita e non contrastata. Chiediamo più spazi verdi, più efficienza dei mezzi pubblici per spostarci, in generale più consapevolezza sul problema del clima, che non sta messo bene. E anche sul fatto che dobbiamo cambiare qualcosa e che non c’è molto tempo per farlo. Questo sciopero, che è di portata mondiale, nasce proprio per smuovere politici e industriali di tutto il mondo».

Avete in programma altre iniziative?

«Sì anche se fino a oggi ci siamo focalizzati sullo sciopero come punto di partenza e per raccogliere il maggior numero di persone che, spero, vogliano unirsi a noi. Da qui inizieremo ad organizzare altri eventi».

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