Uno spot che scava nel profondo, per attivare in pochi secondi lo sguardo dell’animo. Si chiama “Scelte di vita” il video del liceo artistico “Cantalamessa”: la classe 4^D dell’indirizzo “Audiovisivo e Multimediale” si è aggiudicata il primo premio al concorso “PretenDiamo Legalità” nella categoria scuole secondarie di secondo grado, concorso indetto dal Ministero dell’Interno per l’anno scolastico 2022/23 e organizzato dalla Polizia di Stato.
La premiazione è avvenuta all’interno della cerimonia celebrativa per il 171° anniversario della fondazione della Polizia di Stato, di mercoledì alla Caserma “Pasquale Paola” a Macerata, alla presenza del questore Vincenzo Trombadore e di tutte le autorità della provincia.
A conclusione dell’evento è stato consegnato un premio agli studenti e alle studentesse delle classi risultate vincitrici del concorso, uno per la scuola primaria, uno per la secondaria di primo grado e uno per quella di secondo grado; in quest’ultima sezione è stato premiato il video realizzato dalla classe 4^D del Liceo artistico “Cantalamessa”. Gli studenti, insieme ai loro insegnanti, hanno ritirato la targa e gli attestati dalle mani del prefetto Flavio Ferdani.
«Il video, riguarda la tematica del bullismo e del cyber bullismo – spiega la scuola – argomento sul quale la classe era stata precedentemente sensibilizzata tramite diversi incontri avvenuti a scuola, così come su altri temi importanti come le dipendenze dalle droghe e da Internet, il revenge porn, il fishing e la violazione della privacy.
Gli studenti e le studentesse hanno scelto di misurarsi sul tema del cyberbullismo perché tocca da vicino gli adolescenti, ed essi stessi lo notano frequentando costantemente le diverse piattaforme. In particolare hanno poi deciso di rappresentare questo fenomeno dal punto di vista della bulla, volendo dimostrare come molto spesso dietro questi atti di violenza si celi una persona a sua volta vittima di soprusi».
Il professor Jacopo Caggiano, che ha seguito la classe nella realizzazione del lavoro, sottolinea come il video sia stato costruito obbligando lo spettatore ad osservare le cose da un punto di vista differente: quello appunto del bullo, con uno sguardo altro che pone lo spettatore nella soggettiva di vivere in prima persona l’atto e prenderne consapevolezza. Il bianco e nero che domina la scena non regala distrazioni né libertà visive, ma focalizza lo sguardo sui volti, sulle forme e sui gesti.
Come in altre occasioni quindi, un’opera pensata, progettata e interamente realizzata dai ragazzi e dalle ragazze del “Cantalamessa”, oltre a arricchire la loro conoscenza della realtà e stimolare la loro riflessione su argomenti importanti e difficili, ha saputo conquistare l’attenzione e ricevere apprezzamenti e consensi all’esterno della scuola.