Io Desidero: il festival dove i desideri sono già azioni La promessa dei curatori: «Daremoa ncora più spazio ai giovani» Il festival con al centro i giovani e i loro desideri, giunto ormai alla sesta edizione, anche quest’anno si è tenuto a Civitanova Marche e ha previsto tanti ospiti e diversi tipi di linguaggio espressivo: dal fumetto alla musica, dal teatro allo stand up speech.
Perché “Io Desidero”? «Il desiderio come spinta a colmare le distanze – dice l’ideatore Andrea Foglia – Le distanze nel festival sono stimoli per vedere fin dove è possibile arrivare; quanta potenza c’è dentro ognuno di noi. E quindi Alessandro Gattafoni, giovane padre, con una diagnosi di fibrosi cistica, che desidera un futuro diverso per sé, per gli altri, per suo figlio, e vive un’impresa sportiva, ovvero la traversata da Civitanova alla Croazia in kayak, o la recente nuova sfida, sempre in kayak, da Civitanova a Bibione, per sensibilizzare l’opinione pubblica. Oppure della giovane Elena Cerisciola, disegnatrice professionista che nonostante il parere contrario della famiglia, desidera talmente fortemente seguire la sua passione, disegnare, che fa due lavori per pagarsi il primo albo, pubblicato nel 2021. Ancora Lorenzo Marcantognini, nato senza una tibia e diventato uno dei più giovani atleti paralimpici marchigiani, che vanta titoli mondiali e nazionali. Tre esempi dei tanti presentati durante la quattro giorni di Io Desidero 2022. Esempi “in azione”, per far toccare con mano dove ti può portare un desiderio ben accudito».
Quindi un festival solo per i giovani? «Decisamente no, non solo. Abbiamo avuto ospiti giovani che parlano ai giovani, e adulti per gli adulti, per tutti; da TikToker come Marco Martinelli, digital storyteller, a Mauro Berruto, coach, giornalista, storyteller, inspirational speaker. Nel presente ci siamo tutti, giovani, giovanissimi e meno giovani» dice Massimiliano Cascata, uno dei curatori dell’evento, operatore dell’associazione Glatad onlus – «Diamo spazio ai giovani perché troppo spesso è proprio a loro, a noi, che viene negato, ma il festival parla a tutti quelli che vogliono ascoltare: uno dei messaggi che mandiamo è anche “guarda cosa può fare tuo figlio se glielo permetti” e “mettiti in ascolto dei desideri, tuoi e di quelli attorno a te”: è molto più facile guidare, provvedere e sorvegliare un impegno spontaneo piuttosto che forzarne uno. In un mondo che ci porta a premiare la resilienza, la nostra resistenza e la capacità di accettare le situazioni più diverse, dobbiamo ricordarci anche che il mondo va plasmato con i nostri desideri, che non dobbiamo accontentarci ma aspirare a migliorare la realtà che ci circonda A raccogliere questa sfida non siamo soli: non potremmo pensare di collaborare con realtà più virtuose di quelle de “Il Palco” Laboratorio Musicale, Spazio Hip Hop Zona 14, Sted, Gruppo 0 Clown Care Therapy, Gruppo Giovani della Croce Verde di Civitanova, la Caritas cittadina, realtà inclusive ai massimi livelli, veri esempi di iniziative dal basso che migliorano il tessuto sociale di una città» interviene Foglia.
Il festival “CitaNo’ alle Dipendenze” è diventato quello che adesso è “Io Desidero”, avete abbandonato la vostra mission iniziale? «No, è un cambio di registro comunicativo su di una metodologia che vuole supportare più che castrare, premiare più che punire – spiega Paolo Nanni, comunicatore del Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’Asur Area Vasta 3 di Macerata, nonché importante supporto della direzione artistica del festival Sin dalla prima edizione, Andrea Foglia si è rivolto al mio Dipartimento per essere indirizzato sulla metodologia che conduce a risultati migliori nell’azione di contrasto a isolamento e comportamenti d’abuso. Da qui è nata una collaborazione che continua a svilupparsi anno dopo anno e mira a creare relazioni tra enti, cooperative sociali, penso alla Pars, a Il Faro, a Glatad, e a tante altre associazioni del territorio, con l’obiettivo di congiungere gli sforzi per valorizzare i contesti, migliorare l’efficacia delle azioni di supporto ai ragazzi, offrire alternative sane e di qualità alla diffusa cultura dello sballo, del piacere tanto veloce ad arrivare quanto ad andare via».
E ora? Dobbiamo aspettare un altro anno per vedervi in un nuovo “Io Desidero”? «Per il festival sì – risponde Foglia – sebbene gli sponsor e i partner ci sostengano con un impegno convinto, il festival è molto impegnativo per la mole di ospiti – più di 100 – e stili creativi che si avvicendano sul palco – musica, ballo, disegno, teatro, sport, canto. Quest’anno, con rammarico, abbiamo dovuto dire di no a tanti giovani che ci hanno chiesto uno spazio, nonostante l’incremento di giornate del festival da 3 a 4, abbia permesso un numero maggiore di esibizioni. Nell’augurarci di migliorare sempre, abbiamo in mente una serie di iniziative durante il resto dell’anno che abbracci la visione che c’è dietro “Io Desidero”, mi riferisco ad esempio al neonato “consorzio sociale” Oltre, di enti e associazioni unite convintamente nel cercare di dare risposte alla crescente difficoltà di offrire opportunità di crescita e sostegno sociale alle nuove generazioni».