In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, gli studenti e le studentesse della classe 5D del liceo scientifico “Galileo Galilei” di Macerata, coadiuvati dalla professoressa Spernanzoni, hanno incontrato l’avvocato Paolo Carnevali, specializzato nella difesa delle vittime da crimini violenti e difensore in diversi casi di femminicidio.
L’occasione è stata propizia per conoscere alcuni aspetti del sistema giudiziario italiano. L’avvocato Carnevali ha sottolineato come «non vi sia una cultura della “vittimologia”, per cui gli avvocati si formano per difendere gli imputati e non le vittime. «Siamo ancora molto lontani da una piena tutela nell’ambito processuale della vittima di violenza che spesso si trova a rivivere la violenza una seconda volta – continua l’avvocato Carnevali -. È inoltre indispensabile che venga costituito un fondo per queste vittime, in modo che si sentano protette e sostenute anche economicamente nel momento in cui trovano il coraggio di lasciare le mura domestiche in cui quotidianamente subiscono violenza». Ciò che si cela dietro alle varie riforme e legislazioni non è poi così semplice da attuare. «L’importante è non arrendersi e lottare perché alle vittime sia data voce non solo il 25 novembre», conclude l’avvocato Carnevali.
«L’impegno del nostro liceo sul delicatissimo tema – si legge nella nota – è poi proseguito in qualità di protagonista al Lauro Rossi della suggestiva serata “Guardami negli occhi”, che è stata fortemente voluta dall’amministrazione comunale di Macerata. Alcuni studenti del 5C hanno presentato i loro lavori. Lunghi applausi per il toccante monologo di Daniele Cicarilli, che ha fatto da sottofondo al video da lui stesso realizzato, seguito da quello altrettanto emozionante dello studente Leonardo D’Onofrio dal titolo “Donne”. Per concludere, sulle note della splendida canzone “Io non ho paura” di Fiorella Mannoia, base del video di Alessandro Pioli, otto studentesse della 3C hanno ricordato agli spettatori il numero del centro antiviolenza, il 1522, annotato su un cartellone bianco con petali di rosa rossi, simbolo di tutto il sangue versato sino ad oggi per le numerose violenze perpetrate ai danni delle donne – conclude la nota -. Il numero 1522 è il riferimento di sostegno e di esortazione alla denuncia per tutte coloro che possono ancora salvarsi».