mercoledì, Novembre 13, 2024

Una didattica speciale e “vicina”,
l’incontro con Dacia Maraini

MOGLIANO - : nell’ambito del progetto Giovani e Memoria, la classe 1 B Giovanni XXIII si è confrontata online con l'autrice de “Il treno dell’ultima notte”

COLLEGAMENTODacia Maraini è stata la protagonista dell’incontro con la classe 1 B Giovanni XXIII di Mogliano, “accompagnata” dal professor Roberto Sagripanti e le quarte dell’IISS Epifanio Ferdinando di Mesagne (Brindisi) .  I ragazzi e le ragazze della I B di Mogliano raccontano l’esperienza che hanno vissuto.

«Lunedì pomeriggio dalle 15 alle 17, a distanza, per cause di forza maggiori, si è tenuto un collegamento speciale: una delle migliori scrittrici italiane (autrice, tra i vari romanzi, de “La lunga vita di Marianna Ucrìa”, “Bagheria”), vincitrice del premio Campiello e Strega, Dacia Maraini, ha discusso del suo romanzo con gli studenti della quarta liceo dell’IISS Epifanio Ferdinando di Mesagne e della 1B della scuola secondaria di I grado “Giovanni XXIII” di Mogliano.
L’autrice dopo aver esordito con: “La memoria è il mattone con cui si costruiscono i libri”, ha ascoltato e dialogato con gli studenti sui diversi aspetti dell’antisemitismo, rievocando l’orrore dei campi di sterminio. Affascinante e incisivo, visto l’anniversario dantesco, il parallelismo tra le parole scritte sulla porta infernale della Commedìa e quelle paradossali scritte all’ingresso dei campi: “il lavoro rende liberi”. Durante la trasmissione si sono poi toccati i periodi storici precedenti e successivi, seguendo le pagine della storia. Sono emersi molti temi. Per esempio si è discusso di alcune persone che preferivano non sapere ciò che era successo e anche questa è stata una forma di complicità; ha parlato anche della sua esperienza in un campo di concentramento (non di sterminio, ma si moriva di fame) perché i suoi genitori non avevano voluto firmare l’adesione alla Repubblica di Salò. Per scrivere questo libro è andata ad Auschwitz, dove oltre all’osservazione diretta ha letto le testimonianze dei sopravvissuti anche in tedesco.
Centrale è stata poi la teoria delle razze inferiori, e per questo nei campi di concentramento gli ebrei venivano privati di un’identità sostituita da un numero, cosa molto triste, ed erano tutti raffreddati e mangiavano pochissimo; i giovani li facevano lavorare, mentre i bambini e gli anziani li mettevano prima nelle camere a gas e poi nei forni crematori. Da un’esperienza simile, come è successo ad Emanuele, uno dei protagonisti del romanzo, si resta traumatizzati. Dacia Maraini ha parlato anche di Pinocchio, un libro ricco di insegnamenti, che il piccolo Emanuele (uno dei protagonisti del romanzo) porta con sé al Ghetto di Łódź.

dacia_maraini
Dacia Maraini

Quando è toccato il turno di noi di Mogliano, abbiamo chiesto (Giulia Rotili) perché avesse dedicato così tante pagine alla rivoluzione ungherese e cosa ci fosse di Dacia in Amara (l’altra protagonista). Lei ha risposto parlando dell’ideologia del comunismo, che da ideale buono, nelle mani di un dittatore crudele come Stalin, si è trasformato in incubo. Successivamente ha affermato che lei ha in comune con Amara la voglia di scoperta e comprensione. Poi, essendo il libro composto da più di 400 pagine, curiosi, abbiamo chiesto (Michelangelo Ramadori e Giosuè Castellani) quanto tempo avesse impiegato per scriverlo, e perché le descrizioni siano così dettagliate. Ha impiegato 3 anni e queste descrizioni così accurate servono per far immaginare bene il luogo, gli odori e semplicemente descrivendo l’abbigliamento si può capire il carattere di una persona. In seguito Giorgio Petrelli le ha chiesto cosa ha provato quando è salita sul treno. Lei ha risposto prontamente dicendo che non era stata portata su un treno, ma su un camion, e l’esperienza fu peggiore. Ivan Valori infine è intervenuto chiedendo come le erano venuti in mente i personaggi e lei ha risposto che non sono personaggi reali, ma ispirati a persone realmente esistite in quei tempi.
L’evento si è concluso parlando della bellezza che non è solo quella fisica, ma è la bellezza dell’animo che conta, e con le parole profetiche: “Possiamo sapere cosa succederà solo se sappiamo cosa è successo.”
Davanti a Dacia Maraini eravamo tutti emozionati, e le sue risposte ci hanno resi felici. Un’esperienza che non dimenticheremo mai».

Il link per rivedere l’incontro con l’autrice è:https://www.facebook.com/watch/?v=1178623059320045

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