Michele Mariani, papà della piccola Martina, è un giovane e simpatico archeologo. Spinto da una grande passione per la sua professione che svolge da circa dieci anni, gira il mondo alla ricerca di scoperte sensazionali in luoghi dove si pensa abbiano vissuto antiche comunità di uomini. Munito dei suoi attrezzi, scava senza sosta per “portare alla luce” i reperti custoditi nel terreno per moltissimi anni. Di seguito l’intervista che i bambini della 5^ B dell’Istituto Comprensivo Medi di Porto Recanati hanno realizzato alla fine di un percorso entusiasmante realizzato con i giornalisti della redazione di Cronache maceratesi junior.
Da quanto tempo svolge questa professione?
Da circa dieci anni.
Perchè ha scelto di fare l’archeologo?
Perchè amo la storia e l’avventura.
Come si fa a diventare archeologo?
Prima bisogna laurearsi all’università e poi entrare in una scuola di specializzazione post laurea della durata di cinque anni.
Cosa fa l’archeologo?
L’archeologo mette in luce e salvaguarda una parte del patrimonio culturale italiano, attraverso lo scavo e lo studio di quelle che chiamiamo fonti materiali.
E’ un lavoro impegnativo?
A volte si, poichè richiede pazienza, attenzione e anche forza fisica quando si usano la pala e il piccone.
Quali scoperte ha fatto ultimamente e dove?
Ultimamente ho scavato una porzione della città romana di Septempeda a San Severino e una tomba Picena risalente al 6°secolo a.C. nel comune di Recanati.
Qual è stata la scoperta che le è piaciuta di più?
Una tomba di due guerrieri Piceni del 7° secolo a.C., scavata a Sirolo, all’interno della quale c’erano decine di spille (fibule), spade e vasi.
Cosa si prova quando si fa una scoperta?
Si prova una grande emozione soprattutto quando quello che viene scoperto è qualcosa di nuovo.
Quali sono gli strumenti che usa l’archeologo?
Uso pala, piccone, trowel (cazzuola), scopette, palette, secchi, bisturi e pennelli.
Ha degli amici molto conosciuti e famosi nel settore?
Conosco persone che hanno fatto molte ricerche e pubblicazioni,quindi molto conosciuti, questo,però è un mondo conosciuto solo dagli addetti ai lavori, pertanto non possiamo definire queste persone oggettivamente famose.
Consiglierebbe alle future generazioni di svolgere questa professione? Perchè?
Serve molta passione e determinazione, si deve studiare molto e difficilmente si trova lavoro. PEr questo non consiglierei alle future generazioni di svolgere questa professione a meno che non siano fortemente motivate.
*** Questo articolo è stato realizzato dalla classe 5B dell’istituto Medi di Porto Recanati con il coordinamento dell’insegnante Maria Totaro