di Maurizio Verdenelli
Il mistero degli Etruschi sull’altopiano degli enigmi. Una grande civiltà a Colfiorito nel 500 Avanti Cristo nel periodo di maggiore splendore ed espansione di un popolo preromano le cui origini sono ancora avvolte nell’ombra. Gli Etruschi vennero dal nord? Oppure furono davvero autoctoni originari di quella regione compresa tra l’Arno e il Tevere, dando il nome alla moderna Toscana (Tusci erano infatti chiamati dai romani) oppure erano figli del mitico Tirreno che fuggendo per mare dall’odierna Turchia approdò nel Lazio? Non è ancora noto, ma appare adesso accertato che gli Etruschi, che avevano in Perugia una delle città più importanti della Federazione (a Ponte San Giovanni da visitare l’ipogeo dei Volumni), s’insediarono sull’altopiano a cavallo tra Umbria e Marche, spingendosi pure oltre, sino a Bologna e fondando la civiltà villanoviana.
Una grande comunità etrusca ed ancora più importante, una enorme e ricchissima necropoli (visto che gli etruschi avevano più a cuore queste che le città) è stata scoperta a Cesi nel corso dei lavori per la superstrada mare-monti. Dei reperti rinvenuti sono stati restaurati due arredi funerari di enorme rilevanza storico- artistica, che saranno esposti a giugno nel museo nazionale etrusco ‘Villa Giulia’ a Roma. La mostra è una delle principali raccolte di testimonianze dell’ancora misteriosa civiltà etrusca. Putroppo le tracce di questo popolo sono state spesso vandalizzate (i “tombaroli” saccheggiavano le tombe nel territorio laziale).
Intanto le Soprintendenze di Marche e Umbria (le autorità che vigilano sulla tutela dei beni storici e culturali) sono alle prese con il difficile e delicato restauro dei due arredi funerari. Un altro intervento di recupero riguarda la ‘Tomba del carro’ che darebbe risposte importanti sul periodo che va dal 540 aC al 580 aC. Intanto al Mac (Museo archeologico di Colfiorito) è possibile vedere alcune vetrine di questi reperti limitati, ma bellissimi. La visita è possibile nel fine settimana e solo su richiesta del museo paleontologico di Serravalle. Qui si conservano i resti degli antichi ippopotami e degli altri animali preistorici, tra cui la tigre coi denti a sciabola, mammuth, bufali, rinoceronti, cervi giganti che 700mila anni fa popolavano l’antica palude che sorgeva in queste zone. Per i ragazzi e le scolaresche c’è la possibilità di trasformarsi per un giorno in piccoli archeologi grazie all’attrezzato laboratorio del museo.