La recensione dello spettacolo “Parenti serpenti”, messo in scena il 26 marzo, al teatro don Bosco di Tolentino. I ragazzi e le ragazze dell’istituto Filelfo che partecipano al progetto “Voci dal Teatro” sono Francesca Mattiacci, Emma Scinti Roger, Edoardo Costantini, Michele Polisano, Chiara Mochi.
di Francesca Mattiacci ed Emma Scinti Roger
Si è conclusa lunedì la stagione teatrale Nicola Vaccaj di Tolentino con lo spettacolo “Parenti serpenti”, interpretato da Lello Arena e con la regia di Luciano Melchionna. La piecé, riadattata dall’omonima pellicola cinematografica da Carmine Amoroso, ha portato in scena gli ironici drammi familiari e soprattutto della senilità, rendendo lo stesso pubblico partecipe e complice dei rapporti di una famiglia, composta dai due anziani Trieste (Giorgia Trasselli) e Saverio (Lello Arena) e i loro quattro figli con i rispettivi coniugi. La vicenda si svolge nel periodo natalizio, nella casa di sempre della famiglia e, tra battibecchi e abbracci, emergono antichi rancori e verità dolorose; a scatenare la tempesta il desiderio dei due anziani, timorosi di morire in solitudine, di andare a vivere da uno dei figli, qualunque di questi si fosse proposto. Da qui un vortice di scontri, che rivela l’egoismo dei figli e i loro drammi personali, che li porteranno a prendere una decisione drastica e grottesca.
Questo spettacolo dinamico, dato dall’interazione diretta con il pubblico, è riuscito a tener viva l’attenzione e a trasmettere un crogiolo di emozioni contrastanti: ilarità, sorrisi amari, sofferenze spesso inespresse. Ogni spettatore è riuscito a rintracciare, nelle dinamiche familiari, un tratto del proprio rapporto con le persone care, non sempre facile e non sempre sincero. Infatti questa trappola di verità taciute ci fa riflettere sulla natura dei nostri rapporti, e su quanto spesso tendiamo a omettere verità alle persone che ci sono più vicine, creando un dialogo basato sulla falsità che si rivelerà infine bruscamente. Risulta evidente anche un altro discusso problema di attualità, ovvero quello dell’abbandono a sé stessi degli anziani e il volgere le spalle della società, dimenticati in sovraffollati ospizi, lasciati soli perfino dai propri figli, troppo impegnati con la loro vita da dimenticarsi di chi gliel’ha data. Si conclude così una stagione che ha regalato forti emozioni e piacevoli serate in compagnia di grandi nomi dello spettacolo, speranzosi che anche le successive riusciranno a fornirci interessanti spunti di riflessione e fragorose risate come ci è riuscita finora.