di Francesca Urbani
“Ehi! Che ci fai qui? Questa di solito la reazione alla vista dei piccoli rettili che abitano le nostre quotidianità”. Il sole, il caldo e l’afa che ci fiaccano sono un toccasana per questi piccoli animali a sangue freddo. Ultimamente, insieme a lucertole di ogni tipo, gechi di piccole dimensioni si avvistano sempre più spesso.
Quello della foto è stato svelato dalla luce di una terrazza a Recanati. Una volta lì è rimasto a banchettare con gli insetti attirati dalla lampada, goloso di zanzare può mangiarne fino a 200 esemplari al giorno. La proprietaria di casa lo ha ribattezzato “Ulderico”. Lui e altri suoi simili si avvistano sulle nostre coste nella zona che va da Pesaro a Porto Recanati. Come sono arrivati qui? Portati da qualcuno magari trasportati con altra merce e poi scoperti a girare, di giorno e di notte, viste le alte temperature. Sono degli arrampicatori straordinari, dei piccoli spiderman. Questo rettile è, probabilmente, un Hemydactilus garontii grigio rosato, con dei tubercoli sulla schiena e le immancabili ventose a metà delle falangi delle cinque dita che lo fanno aderire perfettamente alle pareti, ha il muso appuntito, gli occhi a palla e una saliva appiccicosa che intrappola senza pietà le sue prede cioè tutti, o quasi, gli insetti: sono carnivori infatti. Nel caso in cui le prede siano loro, in caso di pericolo, sanno fingersi perfettamente morti o amputarsi la coda come le lucertole comuni. Sono anche capaci di cantare, emettono vocalizzi per socializzare e il loro nome pare derivi dal suono che producono normalmente. ” gekok” è una parola malese che riproduce il verso di questi animaletti.
Un articolo simpatico, ma per amore della biologia servono alcune precisazioni:
– il geco immortalato nella foto non è un Hemidactylus garontii, specie che vive in India e nelle Filippine 🙂
– nella parte inferiore delle falangi presenta delle lamelle, che non sono proprio delle “ventose” (si tratta di strutture morfologicamente e strutturalmente ben diverse);
– nelle Marche vivono da tempo lungo la costa due specie di gechi relativamente termofili, sulla cui autoctonia ci sono dei dubbi anche se vi sono segnalazioni certe sin dalla metà del 1800: il geco comune (Tarentola mauritanica) e il Geco verrucoso (Hemidactylus turcicus). Negli ultimi anni hanno colonizzato anche l’entroterra, complici le temperature miti dell’inverno. In passato il traffico merci su ferrovia (soprattutto legname, ulivi, ecc. provenienti soprattutto dalla Puglia) potrebbe aver favorito la dispersione di alcuni individui.
– le nostre specie non emettono veri e propri “canti”: sono i maschi a vocalizzare deboli “pigolii” che rappresentano forme di comunicazione sociale (richiami amorosi, avvertimenti e intimidazioni verso altri maschi, ecc.).
Per distinguere le due specie, oltre a caratteri meno visibili, può essere sufficiente osservare le zampette (specialmente quelle anteriori): se alle estremità delle dita è presente un piccolo artiglio si tratta del Geco verrucoso. Se invece l’artiglio è presente solo nel terzo e nel quarto dito si tratta del Geco comune.
Nella foto non si vede bene, ma potrebbe essere proprio quest’ultima specie.
Un saluto geconide 😉
Che capisciò che 6 David