di Monia Orazi
Il terremoto non ferma la tradizione del presepe vivente. I piccoli della scuola materna Maria Ausiliatrice di Camerino, nel pomeriggio di Santo Stefano hanno dato vita alle scene più suggestive della Natività, accompagnati dai loro genitori e dagli insegnanti. Sotto la regia di Don Marco Gentilucci, con il supporto dell’arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro, della Pro Camerino, la quinta edizione del presepe ha traslocato per ragioni di sicurezza, da Rocca Varano al convento di Renacavata, dove i padri cappuccini sono stati ben lieti di accogliere la manifestazione, che ha richiamato tantissime persone.
Mestieri tradizionali, fabbro, ortolano, gli immancabili soldati romani, Erode e la sua corte, donne ed uomini intenti al lavoro, sino ad arrivare al centro della chiesetta del convento, dove è stata ospitata la Natività. «Abbiamo voluto andare avanti con quella che ormai è una tradizione – ha detto Don Marco Gentilucci – anche questo è un modo di essere comunità, cerchiamo ogni occasione possibile per stare insieme ed essere uniti, specie in questo momento difficile». Presente anche il sindaco di Camerino Gianluca Pasqui: «La stella cometa brilla su Camerino e ci indica la direzione da seguire. Questo momento non è dei migliori, ma è sinonimo di continuità portare avanti questa manifestazione, che riunisce la popolazione sotto il significato importante del presepe».