Non un semplice divieto ma un percorso di accompagnamento all’uso del cellulare. Così Alessandra Gattari, dirigente dell’Ite Gentili di Macerata, descrive “Digital Detox”, il percorso di accompagnamento per alunni e alunne.
Gattari ha evidenziato come il problema del possesso ed uso del cellulare a scuola stia assumendo connotati veramente complessi per cui è necessario agire rapidamente e con decisione. «Vogliamo consentire – spiega la preside – alle ragazze e ai ragazzi di accogliere senza traumi questo cambiamento ed educare, in una parola, alla disconnessione, al diritto a non essere online sempre. È un passaggio delicato e laborioso per cui si è richiesta la collaborazione dell’Asur Marche che ha organizzato delle attività con cui arrivare insieme alle giovani e ai giovani studenti dell’Istituto ad una piena consapevolezza del vivere fuori dalla bolla del digitale per guardarla ed analizzarla meglio».
Il piano, che sarà introdotto alla fine di questo mese, si chiama ‘Digital Detox’ (‘Dieta digitale’) e prevede tre punti. Il primo riguarda incontri e confronti su argomenti come la dipendenza tecnologica, il cyberbullismo o il bullismo, il contrasto al gioco d’azzardo nel contesto dell’educazione finanziaria o la lotta alle mafie. Gli altri due punti sono l’arrivo di cassetti porta-smartphone, per lasciarli obbligatoriamente al loro interno durante le lezioni, e le sospensioni che scattano in caso di due note (e non più tre) per uso vietato del cellulare in classe.
«Sembra così sconvolgente tener lontano i ragazzi dal cellulare per diverse ore, ma la realtà è che molto spesso fanno fatica a staccarsi. Per questo trovo molto interessante l’iniziativa dell’Istituto tecnico economico ‘Gentili’ di Macerata. Non è di tipo punitivo, ma punta all’educazione e alla limitazione di dispositivi che minano l’attenzione durante una qualsiasi attività svolta». È questo il pensiero della presidente dell’Ordine degli Psicologi delle Marche, Katia Marilungo, a commento dell’iniziativa dell’Istituto voluta dalla dirigente scolastica Alessandra Gattari e dal referente per il progetto Matteo Medori, che interesserà tutte le 26 classi della scuola.
Nonostante la ‘Digital Detox’ sia condivisa pienamente, «credo anche che, in alcuni casi, l’uso della tecnologia sia estremamente importante anche nello studio, nella ricerca e nell’approfondimento di materie scolastiche — aggiunge Marilungo — Lo smartphone è una risorsa che non va assolutamente condannata. L’importante è mettere un freno quando si eccede nell’uso». La presidente ha visto di buon occhio anche l’idea di Gattari di svolgere lezioni di sensibilizzazione su vari temi con l’aiuto di un gruppo di esperti del settore, che siano svolti però esclusivamente da psicologi: «Una scelta positiva, perché così si accompagnerebbe lo studente in un mondo che a tratti può essere vasto e pericoloso — dice ancora — È assolutamente utile informare i ragazzi sia sugli aspetti positivi sia sui rischi che corrono».
Sempre secondo Marilungo, sarebbe opportuno che questi momenti di riflessione possano essere estesi anche agli adulti, in modo da recepire concetti utili e d’aiuto nella crescita di un proprio figlio, molto spesso col cellulare tra le mani e oramai assiduo frequentatore dei social: «La conoscenza, il dialogo, la curiosità e l’interesse del genitore verso un proprio giovane è fondamentale — conclude la Presidente — Oggi si vedono ancora gli smartphone come un oggetto da regalare se si viene promossi o per una comunione, da proibire invece se il figlio sbaglia qualcosa. In realtà il cellulare è parte della vita del ragazzo e per questo. Se non ancora adulto, la mamma o il papà dovrebbero conoscere che uso il proprio figlio ne ha fatto, dove si è iscritto o quante persone nuove ha incontrato. Capire insomma cosa gli piace di quel dispositivo o cosa lo angoscia».