La passione quasi innata per la musica, l’emozione di esibirsi in concerto al pianoforte e le tante pagine di pentagramma da imparare a memoria. Adamo Angeletti, 50 anni, insegnante di musica e direttore della scuola Scodanibbio di Macerata, ha svelato i suoi segreti musicali ad alunni e alunne della 5A della scuola quartiere Pace, coordinati dall’insegnante Domitilla Gattari, che lo hanno intervistato al termine di un laboratorio di giornalismo in collaborazione con Cronache Maceratesi Junior tenuto dalla giornalista Alessandra Pierini.
Angeletti vive a Montecassiano ma per lungo tempo ha abitato nel quartiere Pace ed è un ex allievo proprio di questa scuola.
Queste le domande che la classe ha preparato per lui.
Da quanti anni suona?
«Quasi 50».
Lei si è laureato?
«Sì, al conservatorio in didattica alla musica e del pianoforte».
Ha dei figli?
«Sì, Edoardo di 25 e Sofia di 17».
Quanto è alto?
«Sono alto 183 centimetri».
Dove ha suonato la prima volta?
«Al teatro Vaccaj».
Dove insegna?
«Di mattina alla scuola media e di pomeriggio alla scuola Scodanibbio».
A che età ha cominciato ad avere la passione per la musica?
«Ho cominciato a sei anni quando ho trovato dei dischi in un libro e li ho ascoltati. La musica mi ha subito catturato».
Le piace fare il musicista?
«Sì perché la musica mi permette di comunicare».
Ha mai pensato di cambiare lavoro?
«Nei momenti di difficoltà ci penso».
Ha raggiunto il suo scopo?
«Sì lo considero raggiunto».
Come si sente quando suona sul palco?
«Ho un forte senso di responsabilità, paura di sbagliare, ma anche felicità».
Come si sente ad essere conosciuto da tante persone?
«Mi imbarazzo, ma mi piace condividere la mia musica».
Le è mai capitato di suonare il piano con altri?
«Molto spesso: in duo, trio, quartetto o orchestra».
Ha mai pensato di cambiare strumento?
«No, negli altri non riesco bene».
Come è nata la passione per la musica?
«E’ nata ascoltando diversi tipi di musica: classica e pop ma la mia preferita è la classica».
Che cosa faceva prima di lavorare?
«Non ho fatto altri lavori prima di suonare perché ho incominciato subito».
Le note dopo che ha imparato le vengono spontanee?
«Le note le puoi leggere nel pentagramma, ma per esibirmi in un concerto devo imparare lo spartito a memoria. E capita anche di dover imparare 600 pagine».
Chi sono stati i suoi maestri?
«In particolare Lucia Passaglia, Silvia Saltarelli e Bruno Bizzarri».
Le hanno mai detto che brutta questa musica? Se sì le importava?
«Me l’hanno detto e mi importava perché dietro c’era tanto lavoro».
Cosa prova quando sbaglia in un concerto?
«Penso una parolaccia, ma poi imparo a convivere con gli errori perché non è bello sbagliare, ma nessuno è perfetto».
Le piaceva vivere al quartiere Pace (dove abitava prima di trasferirsi a Montecassiano)?
«Sono cresciuto in questa classe e in questa scuola, sarò sempre paciarolo dentro».