sabato, Novembre 16, 2024

Alla Dante Alighieri Lorenza Natarella,
illustratrice che non ama i colori
«Non farei nessun altro mestiere»

MACERATA - E' stata ospite dell'istituto nell'ambito dell'iniziativa "Indovina chi viene a scuola?" promossa da Macerata Racconta

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Le classi seconde della secondaria di I grado “Dante Alighieri” di Macerata hanno incontrato sabato l’autrice Lorenza Natarella, che è nata a Lanciano, in Abruzzo e ha studiato a Milano dove dal 2011 ha co-fondato lo “Studio Armadillo” e lavora come autrice, illustratrice e graphic designer. Collabora con diverse realtà editoriali, aziendali e pubblicitarie, occupandosi di storie, immagini, progettazione, redazione, e cura gli inserti culturali de “La Stampa Origami” e “Tuttolibri”, “7Corriere”, “Vanity Fair” e “Linus”. Sono i ragazzi e le ragazze delle seconde che hanno partecipato all’incontro a raccontarlo. 

Il suo lavoro da autrice si focalizza su storie vere narrate come se non lo fossero e non a caso la sua prima pubblicazione è stata “La Citila”, dove ha raccontato la sua infanzia abruzzese. Ora è docente nel corso di Storytelling al “TheSIGN-Comics & Arts Academy” di Firenze. Ai ragazzi ed alle ragazze della “Dante Alighieri” Natarella ha presentato il suo ultimo libro “Il Visconte Dimezzato: romanzo a fumetti”, lavoro che le è stato commissionato da Mondadori in occasione del centenario della nascita di Italo Calvino. Tantissime le domande che le sono state rivolte da studentesse e studenti pieni di curiosità e di desiderio di conoscere non solo tecniche e segreti della scrittura di graphic novels, ma anche il percorso formativo e le opportunità lavorative offerte dai suoi studi.
L’artista non si è risparmiata ed ha parlato delle difficoltà che ha incontrato e che incontra per realizzarsi professionalmente; per questo lavora su tanti progetti diversi e per questo quando ha ricevuto la telefonata dalla Mondadori con la proposta di adattare a fumetto il testo di Italo Calvino è stata davvero entusiasta, seppur consapevole che sarebbe stato un lavoro piuttosto difficile. «Dovevo stare attenta a rispettare i meccanismi narrativi di Italo Calvino. I disegni non dovevano depotenziare il testo e il testo, a mio parere, non andava tagliato troppo. Doveva rimanere il più fedele possibile all’originale. La casa editrice avrebbe voluto che tagliassi un po’ di più la storia ma questo avrebbe significato una grave perdita per voi lettori. Il testo è al primo posto e tutto il resto è al servizio del testo», così ha risposto. Poi ha aggiunto: «Per rappresentare il Visconte ho dovuto imprimere all’immagine tutta una serie di caratteristiche che potessero essere efficaci per rappresentare una persona a metà: i baffi, il cappello, il mantello… Esistono poi delle tecniche specifiche per scandire i tempi, ad esempio più è grande la vignetta (una splash page) e più la scena è lunga e merita tempo di riflessione. Invece tante vignette ravvicinate stanno a significare che la lettura va molto veloce, il ritmo è serrato. Il tipo di vignetta e il numero di vignette nella pagina servono a scandire il tempo. La mia scelta si basa tutta sulla necessita di lasciare invariato l’effetto impresso da Calvino: conservare l’effetto originale di questa lettura e rendere la storia divertente. Poi ho utilizzato personaggi esagerati nelle loro caratteristiche: se c’è uno stupido è molto stupido, una bella ragazza è molto bella, un cattivo è molto cattivo eccetera. Ci sono disegni che accentuano tutto quello che può essere divertente o che può far ridere».
dante_alighieri_mc_raccontaLorenza Natarella ha rivelato poi ai ragazzi e alle ragazze che lei non ama i colori e per questo ne sceglie in ogni lavoro due o al massimo tre. Lei adora scrivere e disegnare. I suoi fumettisti italiani preferiti sono Zero calcare, Vitt Moretta, Rita Petruccioli, ma più di tutti ama quelli francesi. «All’inizio nel mio disegnare c’era molta matita, molti angoli, disegni ultra spigolosi; piano piano mi sono sciolta ed il disegno è diventato meno pettinato e più fluido». Infine a chi le ha chiesto se le piacerebbe fare un altro mestiere ha risposto «Questo è un mestiere che rende vulnerabili perché mescola la parte più intima di se stessi, la creatività e la sensibilità con il lavoro, con l’esterno e tutto ciò che esso comporta. Si rischia molto, cionondimeno non farei altro».
Alla fine gli alunni e le alunne hanno ringraziato con un bell’applauso da estendere anche allo staff di Macerata Racconta che rende possibili incontri così interessanti e che si spende con tanta energia e passione per diffondere cultura.

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