«La relatrice Paola Pela – si legge in una nota della scuola – ha messo in evidenza come i film possano essere strumento di dialogo interculturale e non solo. Citando la metafora della carrozza di Gurdjieff e chiedendo al pubblico presente di concentrarsi sulle emozioni scaturite dalla visione di una scena di un film, aiutati da un esercizio di respirazione, la relatrice ha sapientemente dimostrato come e quanto un lungometraggio, con il suo linguaggio sincretico, vada a toccare tutti gli aspetti di cui siamo fatti: da quello emozionale a quello corporeo fino a quello mentale. Ecco quindi che l’apertura all’altro passa anche attraverso le emozioni e le esperienze corporee. Saper riconoscere le nostre emozioni, saperle accettare ed elaborare può essere utile in primis agli adulti che, a loro volta, possono guidare i giovani a fare altrettanto. Evitare che il cocchiere di Gurdjieff – la mente – prenda il sopravvento iperrazionalizzando gli stimoli esterni e favorire piuttosto il ‘sentire’ i propri bisogni e le proprie emozioni può aiutare a non chiudersi, anzi, ad essere empatici, ad aprirsi all’altro, al nuovo, al diverso».
A precedere l’intervento della dott.ssa Pela l’incontro, giovedì 23 novembre dal titolo Migrazioni nel romanzo arabo. L’esempio di Tarek El Tayeb e Abu Bakr Khaal: dalla diaspora di fine ‘800 alla migrazione magrebina in Francia, al più attuale conflitto in Siria; dalle migrazioni su base volontaria dell’inizio del secolo scorso a quelle di tipo economico negli anni ’70, alle migrazioni forzate degli anni ’90 e primi 2000: sullo sfondo di questi eventi storico-sociali, la docente di Lingua e Letteratura Araba nell’Ateneo di Macerata, Maria Elena Paniconi, ha analizzato lo sviluppo del romanzo arabo d’immigrazione.
Venerdì 10 novembre si era invece svolto l’incontro dal titolo La ricchezza della diversità secondo i Lakota: è stato così possibile, grazie al Dott. Alessio Pieralisi (Associazione Wambli Gleska), entrare in contatto con la cultura e la spiritualità dei Lakota-Sioux, popolo martoriato nei secoli, che ha vissuto la progressiva occupazione dei suoi territori da parte dei bianchi, ha firmato trattati di pace che sono stati puntualmente disattesi, ha visto massacrare i bisonti che erano alla base della sua economia, nonché i suoi figli e le sue donne. I discendenti sopravvissuti ai massacri vivono oggi suddivisi in varie riserve americane e sono preziosi portatori di una spiritualità, di una cultura e di tradizioni che meritano di essere conosciute ed approfondite.
«Il Liceo- prosegue la nota – ringrazia tutti i relatori, i docenti, gli studenti, i cittadini e la professoressa Federica Monachesi, referente dell’iniziativa, che hanno partecipato alle conferenze, testimoniando come una sana curiosità e la ricerca di una dialogo autentico con l’alterità siano sempre più percepite come essenziali per costruire un’autentica integrazione interculturale».