Notte da capolavori per i liceali del Classico “Filelfo” di Tolentino. Nella splendida cornice del teatro Vaccaj, due giornate di sold out per lo strepitoso successo dello spettacolo “Una notte al Museo”, andato in scena venerdì e in replica con la matinée sabato per le scuole medie.
L’evento si colloca all’interno della IX edizione della Notte Nazionale del Liceo Classico, una manifestazione, sostenuta dal Ministero della Pubblica Istruzione, che quest’anno ha visto la partecipazione di 372 Licei Classici sul territorio nazionale e che è davvero diventata un punto fermo del cartellone culturale non solo della città di Tolentino, ma di tutta Italia.
«La Notte Nazionale del Liceo Classico è un evento che celebra la vitalità e la ricchezza degli studi classici in Italia. La partecipazione del nostro Istituto vuole dimostrare che il Liceo Classico non è un indirizzo obsoleto o elitario, ma una scuola che forma cittadini consapevoli, critici e creativi, capaci di affrontare le sfide del presente e del futuro con le armi della cultura e della bellezza – ha dichiarato dal proscenio il dirigente scolastico Donato Romano – È innanzi tutto un modo alternativo e innovativo di fare scuola e di veicolare i contenuti, puntando su una formazione di natura diversa che non va a sostituire quella tradizionale, ma le si affianca in maniera produttiva e proficua. È anche un’occasione per rendere partecipe la cittadinanza delle attività dei nostri ragazzi, per condividere con tutti il nostro entusiasmo e la nostra gratitudine per aver scelto il Liceo Classico. È infine un modo per rilanciare gli studi classici e contrastare il calo di iscrizioni che ha caratterizzato gli ultimi anni, mostrando che il Liceo Classico non è una scelta anacronistica o limitante, ma una scelta di qualità e di libertà». Nel concludere ha ringraziato tutti i talentuosi partecipanti ed i docenti che hanno reso possibile l’iniziativa con il loro impegno e la loro creatività.
Sul proscenio insieme al dirigente è salito anche il sindaco Mauro Sclavi, che si è complimentato per lo spettacolo, apprezzandone i tratti ironici e portando i saluti di tutti i componenti dell’Amministrazione comunale, molti dei quali presenti in sala.
Dopo aver scherzato sulla ricorrenza del “5 maggio”, con allusione alla celebre ode manzoniana, i due brillanti conduttori Edoardo Costantini e Michele Polisano, entrambi ex alunni, hanno invitato sul palco la professoressa Claudia Canestrini, coordinatrice del Liceo Classico, a illustrare come è nata l’idea di animare questa Notte 2023 a partire da tableaux vivants di alcune delle più belle e celebri opere della scultura e della pittura di tutti i tempi: «Abbiamo deciso di far rivivere il David di Michelangelo e la Venere di Milo, le Tre Grazie e la statua di Amore e Psiche di Antonio Canova e un esilarante cammeo della Gioconda di Leonardo da Vinci per celebrare l’arte, il più grande patrimonio dell’umanità- ha affermato Canestrini – di cui il Liceo Classico è culla e testimone. Patrimonio deriva da pater e munus. Munus è parola polisemica, significa dono, ma anche dovere. L’arte è un dono di bellezza per tutta l’umanità, ineguagliabile e irriproducibile. Pensiamo a che cosa ci hanno donato artisti come Michelangelo o Raffaello o Caravaggio o Bernini o Canova. Ma è una bellezza fragile, e proprio per questo è nostro dovere preservarla per tramandarla. Solo in questo modo può vincere il tempo e fruttificare. Qualsiasi gesto anche simbolico che deturpi l’arte è pericoloso. Anche quando venga compiuto in nome dell’ambiente, che va difeso tanto quanto l’arte stessa. Il pianeta non si salva imbrattando statue, dipinti o monumenti. Arte e natura sono sempre stati un connubio perfetto e necessario e rappresentano l’identità di un popolo.
Per questo motivo quest’anno, grazie soprattutto al genio poliartistico del nostro regista e coreografo Fabio Bacaloni, al quale va l’intero merito dello spettacolo, abbiamo voluto celebrare tutte le arti, tramite la messa in scena della Favola di Amore e Psiche, liberamente tratta dalle Metamorfosi di Apuleio, proprio a partire da una sala del Louvre e dall’omonima statua di Antonio Canova. Una delle più belle narrazioni d’amore di tutti i tempi, che è stata l’archetipo di tante fiabe moderne e che ha tutto l’incanto e la potenza simbolica e immaginativa del mito, il primo capitale narrativo alle origini del mondo occidentale. Una storia in cui l’Anima si unisce all’Amore, che ci è sembrata un buon auspicio in quest’epoca di non pace»
Lo spettacolo, di un fascino pieno d’incanto, ha mostrato al pubblico ammirato un gioiello di interartisticità: letteratura, scultura, pittura, musica, canto, poesia, danza, cinema. «Il teatro sviluppa un fortissimo senso di appartenenza e crea l’occasione per dare spazio alla bellezza dell’arte in tutte le sue forme come in un vero tempio delle Muse» ha dichiarato soddisfatta dal palco al termine dello spettacolo la professoressa Laura Dionisi, che da molti anni si occupa del progetto teatro e che insieme alle professoresse Claudia Canestrini, Ilaria Gobbi, Laila Boldorini e Marcella Borgiani ha curato l’ideazione, la scrittura e il coordinamento della rappresentazione. Alla sceneggiatura ha partecipato anche l’ex alunno Carlo Cartuccia, mentre i ragazzi del coro sono stati preparati dalla professoressa Annamaria Mazza.
Ma i veri protagonisti sono stati i 70 ragazzi e ragazze che hanno calcato la scena dopo mesi e mesi di prove. Dalle classi prime alle quinte, è stata offerta a tutti la possibilità di mettersi in gioco e di mostrare il proprio eccezionale talento. Tale inclusività e il fatto di poter dar voce alle proprie potenzialità espressive hanno costituito il vero punto di forza dello spettacolo, che ne ha determinato il grande successo e ha rappresentato per ciascuno un’esperienza unica di crescita. Questo è il Liceo Classico “Filelfo”.
Foto di Andrea Giuliani e Mirko Scoccia.