domenica, Novembre 17, 2024

I giorni difficili:
la scelta della scuola superiore
come esercizio di autonomia

I CONSIGLI di Paola Nicolini - Questi sono i giorni in cui ci si iscrive alla scuola che si frequenterà il prossimo anno. Per chi è adolescente, non si decide solo sulla scuola, ma si apprende soprattutto a esercitare la propria autonomia

 

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Paola Nicolini

di Paola Nicolini*

Sai cosa significa decidere? Il verbo italiano deriva da una parola latina, decīdĕre, che si forma dall’unione del prefisso de-, che significa da, con il verbo caedĕre, cioè tagliare. Decidere significa dunque tagliare da, tagliar via, dare un taglio, definire. Ecco perché quando si deve decidere, spesso si sperimenta l’incertezza, l’ansia, talvolta la paura: perché si sta tagliando via qualcosa dalla propria vita, e questa è un’azione sempre dolorosa, perché porta con sé il senso della perdita di qualcosa che si pensa non tornerà più.
Questi, per molti e molte adolescenti, sono i giorni della decisione sulla strada da intraprendere nel proprio percorso di vita. Dopo anni in cui tutto scorre in modo predefinito, il tempo della scelta della scuola superiore è tra le prime decisioni importanti che è necessario fare, sapendo di lasciare dietro di sé qualcosa o qualcuno: un interesse, un desiderio, un progetto, un’opportunità, un’aula, un docente che ha ispirato, un’insegnante che ha accolto, un compagno di scuola che ha permesso complicità e divertimento, un’amica del cuore con cui si sono condivisi segreti e confidenze.
La fase della decisione sulla scuola superiore da intraprendere è preziosa, anche se può comportare qualche tormento, perché aiuta a rappresentarsi diverse edizioni della propria identità, a immaginare differenti scenari entro i quali muoversi per diventare grandi, a proiettarsi in avanti per progettare chi e come voler essere nel mondo, a elaborare ipotesi, individuare pro e contro, trovare argomenti per convincersi e convincere.
È il tempo di assumere una responsabilità, stabilire un percorso, scegliere con autonomia, prendere una posizione, orientarsi verso uno scopo, valutare ed emettere un giudizio riguardo alla propria vita, almeno quella scolastica, per il momento. Ognuno di questi processi comporta una riflessione, ed è forse la prima occasione per un adolescente di avere un tempo per ragionare su di sé, pensando in termini realistici e attuali, ma anche di proiezione nel futuro.
Futuro, altra parola carica di significato. Anch’essa deriva dal latino – futurus – che è la forma del participio futuro del verbo essere – esse –. Il futuro, da quel che vediamo nell’etimo, è dunque una declinazione dell’essere proiettata in avanti. Ancora non esiste perché, lungo la sicura linea del tempo, ci sta dinanzi – un davanti che però non si vede, almeno non chiaramente e, che da dove si è, non sempre è possibile individuare con chiarezza. Nel caso del proprio futuro, esso si sviluppa attimo per attimo da una dimensione informe, che può essere carica di promesse, ma anche fonte di minacce.
Si comprende allora che il momento della scelta scolastica, dell’indirizzo da intraprendere tra Licei, Istituti tecnici e Professionali, è molto più importante di quanto si voglia credere, non tanto dal punto di vista del percorso di apprendimento, sempre rivedibile, anche dopo l’iscrizione, ma soprattutto come esercizio di crescita e di consapevolezza.
Genitori, insegnanti, educatori, allenatrici, in quanto persone di riferimento, possono affiancarsi positivamente al momento della decisione, facendolo con delicatezza e rispetto: i ragazzi e le ragazze non vanno lasciati completamente soli, in questo passaggio, liquidando la cosa con un: “Non voglio influenzare la tua scelta”. Non si tratta infatti di influenzare e tanto meno di imporre, ovviamente, quanto di accompagnare discretamente, senza mai sostituirsi, dando innanzitutto le opportunità di assumere informazioni, ad esempio andando insieme ai numerosi open day o vistando i siti delle scuole. In secondo luogo essendo disponibili al dialogo senza darsi un obiettivo preciso da raggiungere, quanto esplorando insieme le motivazioni, approfondendo gli obiettivi, valutando risorse e ostacoli così da poter comprendere se le prime reggono e i secondi possono essere superati.

swotSi può utilizzare a questo scopo lo schema qui sopra, formato da 4 quadranti, magari come esercizio da applicare a scelte diverse. Si tratta dell’analisi definita SWOT, dalle iniziali inglese delle 4 parole inserite nelle 4 parti, come indicato nell’immagine, sapendo che i fattori interni hanno un peso maggiore rispetto a quelli esterni. Infatti i primi sono tratti che appartengono alla persona, magari già caratterizzanti (ad esempio predilezione per delle materie e scarso interesse per altre, capacità di problem solving in alcune aree, ecc.), mentre i secondi, in quanto esterni, possono essere più facilmente superabili e comunque tali da non dover attribuire loro la forza di impedire la realizzazione di sé (ad es. la distanza fisica dalla sede scolastica, la mancanza di compagni di classe che optino per la stessa scuola, ecc.). Una indicazione, soprattutto nell’individuazione dei punti di forza e di debolezza, quando si intendano quelli del ragazzo e della ragazza che stanno compiendo la scelta, è di tenere conto anche dell’esperienza extra-scolastica e non solamente del rendimento a scuola: possono esserci punti di forza di cui tener conto nello sport, nella danza, nella musica, nel teatro, nell’arte, nella manualità, nelle attività preferite nel tempo libero in senso più generale.

*Paola Nicolini, docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione – Dipartimento di studi umanistici -Università di Macerata

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