Federico Ciappelloni e Jacopo Pierluigi,
baby calciatori in maglia azzurra

Federico Ciappelloni e Jacopo Pierluigi,
baby calciatori in maglia azzurra

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SPORT – I due giovani atleti del vivaio biancorosso, hanno partecipato ai rispettivi raduni con le Rappresentative nazionali del centro Italia

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Jacopo Ciappelloni

Emozione e orgoglio in casa Maceratese. I baby Federico Pierluigi e Jacopo Ciappelloni, due giovani calciatori del vivaio biancorosso, hanno partecipato ai rispettivi raduni con le Rappresentative nazionali del centro Italia.
Il più grande e conosciuto Federico, attaccante classe 2006 che ha già esordito in Eccellenza due mesi fa, ha preso parte allo stage dell’under17, convocato dall’allenatore Calogero Sanfratello al Centro sportivo “La Borghesiana” a Roma. Lo ha fatto proprio alla sua maniera, segnando.

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Federico Pierluigi

I quaranta ragazzi partecipanti sono stati visionati in una partitella che è stata distribuita su un insolito formato da 4 tempi ognuno della durata di 25’ e Pierluigi ha colpito nella ripresa. «Per il nostro bomber – fa sapere la società –  un gol buono e uno…quasi, annullato per fuorigioco dubbio».
Sempre nella Capitale ma al Centro sportivo Accademia Calcio, ha indossato la maglia azzurra Jacopo, terzino classe 2008 selezionato da Roberto Chiti tra i talenti under15. «Anche per Ciappelloni – scrive la Maceratese – una bella figura sotto gli occhi di osservatori e scout, nonché di amici e parenti che non si sono voluti perdere una giornata speciale».

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Felice il responsabile tecnico del Settore Giovanile della Maceratese Paolo Morresi: «Abbiamo appena vissuto due momenti bellissimi e non nascondo che mi sono anche un po’ commosso. Ero emozionato io e immaginavo la loro di emozione, sia per la maglia azzurra addosso, sia per giocare in strutture impressionanti. Abbiamo già diversi elementi del vivaio in Prima squadra e queste convocazioni sono una ulteriore gratifica. Danno una notevole iniezione di entusiasmo, nonché una spinta anche ai loro compagni. Si deve sempre credere nella crescita dei ragazzi, se sono stati chiamati è perché le qualità le hanno, bisogna semplicemente rispettare i loro tempi».

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