È stata la professoressa Ivana Schiaffi a raccontare, ai ragazzi e alle ragazze delle classi seconde della secondaria di primo grado “Dante Alighieri” di Macerata, nelle giornate di venerdì e sabato, “Il vecchio ed il mare” di Ernest Hemingway. Due ore di narrazione tra aneddoti e curiosità in occasione dell’iniziativa “Libriamoci: La lettura rende forti”. E’ beatrice Stagnaro, alunna della 3E dell’istituto a raccontare la trama del romanzo ma soprattutto a descrivere l’esperienza vissuta.
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di Beatrice Stagnaro
Siamo nell’ isola di Cuba, isola a forma di barracuda, vicina al golfo del Messico. L’ isola è stata una colonia spagnola e la sua capitale è l’Avana.
Santiago porta sul corpo ferite e cicatrici dovute al duro lavoro svolto durante la vita, eppure i suoi occhi azzurri sono ancora vivaci e trasparenti come chi guarda con fiducia ai giorni che verranno. Ha girato il mondo ed ha conosciuto gli uomini. Di grande coraggio, si è meritato il soprannome di “campeon”. Navigando lungo le coste africane, aveva osservato piccoli leoni giocare e spesso poi gli capitava di sognarli la sera.
Si diceva anche che fosse “salao”, ovvero colpito da una maledizione, e forse era per questo che da 84 giorni non riusciva a prendere un pesce.
Era molto povero. Per un periodo ebbe anche un assistente di nome Manolo, che si prendeva cura di lui, poi un giorno decise di mettersi in mare da solo. E fu così che ad un certo punto vide un pesce: era un Marlin blu, lungo 7 metri e mezzo, bellissimo. Santiago si scusava con il pesce per la fine che avrebbe fatto e gli diceva pure che sarebbe andato a pregare per lui. Poi la lotta finì ed il pescatore ebbe la meglio. Santiago, felice lo legò alla barca e lo trascinò. Ma prima un mako, poi 2 galanos e infine tanti pescecani sbranarono il Marlin blu. Santiago stremato tornò a casa. Fu accolto da Manolo e da tutti i pescatori che videro lo scheletro del Marlin blu e rimasero sorpresi per la grandezza. Hemingway era anch’egli un pescatore e adorava il Marlin blu. Amava il mare e nel giardino della sua casa conservava la sua imbarcazione: la Pilar. Amava l’Africa, dove era stato tante volte per far caccia grossa: egli era un cacciatore di rinoceronti. Nel libro, ci ha fatto notare la narratrice, ci sono tanti riferimenti alla vita privata di Hemingway: i leoni, lui li aveva visti tante volte giocare sulla spiaggia in Africa ed i due Marlin innamorati, lui li aveva incontrati davvero.
Noi ragazzi e ragazze siamo rimasti incantati ad ascoltare per due ore. Ascoltare un libro che viene raccontato è molto piacevole perché chi narra trasmette le emozioni che prova, fa collegamenti, aggiunge curiosità sulla vita dell’autore. E’ più facile perdersi nelle storie quando le viviamo attraverso l’udito. Ne percepiamo le sfumature, le ironie o le tensioni e così noi alunni ed alunne abbiamo dimenticato di essere nella biblioteca scolastica e ci siamo immaginati soli in mezzo al mare in lotta con il Marlin e con le nostre difficoltà.
La professoressa Schiaffi alcuni anni fa insegnava alla “Dante Alighieri”, poi è andata in pensione ma ha continuato a collaborare con la nostra scuola: chi ama il lavoro dell’insegnante non può fare a meno degli alunni. Lei però ama tanto anche la lettura. Per la verità più volte ci ha detto che un “ragazzo che legge è salvo” perché la lettura ti apre la mente, ti rende consapevole e competente.
Noi non possiamo che ringraziare la professoressa Schiaffi perché ci ha donato con tanta generosità la sua voce, nonostante la fatica delle sue corde vocali, e ci ha convinto a leggere per intero questo libro.