Ginevra Mandolesi, 13 anni, ama gli animali da sempre. Suo padre Gianluigi è un falconiere e per lei non è affatto strano avere in casa un falco o una civetta, ma con ChupaChups è diverso perché lei è proprio la sua aquila. Ed è proprio Ginevra a raccontare come è avvenuto il loro incontro e dove li ha portati.
«Ciao a tutti, sono Ginevra, ho 13 anni e vivo in una casa piena di animali, tant’è vero che quando frequentavo il primo anno della Scuola materna la maestra non credette all’interminabile lista che feci quando mi chiese qual’era il mio animale domestico. Quelli però erano gli animali di mamma e papà ai quali, ovviamente volevo bene ma non come ne voglio alla mia aquila. ChupaChups , questo è il nome della mia “testa bianca” che deriva proprio da quei famosi lecca lecca che io adoro (solo ciliegia ed arancia). Vi stavo raccontando di Chupa, è arrivato a casa verso i primi di marzo e non stava tanto bene: aveva avuto un po’ di problemi di salute. Il veterinario dopo averlo addormentato gli aveva fatto alcuni esami e ci aveva detto che era tanto magro, aveva delle ferite in bocca ed il fegato non funzionava a dovere; niente di irreparabile ma con una adeguata cura ed alimentazione sarebbe ritornato in forze. Oltretutto era sporchissimo: a differenza degli altri rapaci che abbiamo a casa (ve l’avevo detto che mio papà è falconiere? Che sbadata) lui non si faceva mai il bagno.
La cosa peggiore era che non voleva più mangiare: rifiutava ogni tipo di cibo. Le aquile pescatrici come lui, in natura, mangiano tanto pesce ma non disdegnano altro cibo come piccoli mammiferi ed uccelli, niente tofu ahimè. Un giorno il mio papà è andato dal suo amico pescatore davanti casa ed ha portato a casa una cassetta di alici: finalmente aveva ricominciato a mangiare. Non ci potevo credere, con il suo enorme becco prendeva quei filetti delicatamente dalle mie dita ( mamma era felicissima quando tornavo in casa e puzzavo di pesce ). Cosi Chupa ha cominciato a mangiare solo con me ed ha ripreso un po’ di peso, prendendo anche le sue medicine nascoste nei filetti di pesce; aveva imparato anche a farsi il bagno “alleluja”. Dopo due mesi circa aveva finalmente raggiunto il peso ideale, mangiava volentieri e cominciava anche a cambiare le penne. Dovete sapere che gli uccelli a primavera fanno la muta, cambiano una ad una le penne delle ali e della coda, le altre sono piume. Verso giugno abbiamo provato a fare i “richiami” che sono la prima fase dell’addestramento per il volo libero: io mi metto un po’ lontano da lui e mentre alzo il pugno lo chiamo, quando arriva da me lo premio con il suo bocconcino preferito. Tutto questo nel giardino di casa.
Quando al mio richiamo arriva subito capisco che Chupa è pronto per volare in totale libertà. Andiamo quindi sul pendio dove papà allena le sue aquile: vento da nord, aria calda, sono le condizioni perfette e Chupa come se lo avesse sempre fatto apre le ali e comincia a volare….che meraviglia l’istinto. Le prime volte sono state come quando un bambino impara a camminare, tutto era nuovo: l’aria fredda ed umida del mare che si scontra con quella calda che si alza dal grano (corrente di termica ndr.). Che paura il primo incontro con le poiane selvatiche, ma Chupa sapeva che sarebbe bastato tornare da me per essere al sicuro. Giorno dopo giorno quel filo invisibile che ci lega si allungava sempre di più ed i suoi voli diventavano sempre più lunghi e più belli. Chupa è l’aquila più brava e bella del mondo. Gli allenamenti sono durati tutta l’estate ,eravamo ormai pronti per il nostro “debutto in società”. Il 3 settembre ci aspettava il “Raduno nazionale aquilieri” sul “nostro” Monte Nerone. Il conto alla rovescia scorreva inesorabile e la mia ansia aumentava sempre più. Arriva il giorno del raduno, siamo una ventina di aquilieri, ognuno con le sue splendide compagne alate. Io e Chupa i più giovani e spaesati.
Ero preoccupata, mi sarebbe dispiaciuto fare un brutto volo. Pioveva dalle 11 e ho pensato forse me la scampo ma il solo mi fa un brutto scherzo e verso le 16 fa capolino tra le nuvole: è il nostro momento. Prendo Chupa e la lancio nel vuoto, il vento è fortissimo ma lui sa cosa fare, lo abbiamo fatto tante volte, si allontana, perlustra la zona, trova la termica giusta e volteggia sopra le teste di tutti noi, quasi a dire “guardate come sono bravo e sono bello”. Volo perfetto. E’ ora di scendere, alzo il pugno e lo richiamo . Delicato come solo lui sa fare mi atterra al pugno ed io non trattengo più le lacrime. Io e Chupa avevamo al Monte Nerone, un piccolo miracolo era avvenuto. Ringrazio immensamente il mio papà per aver creduto sempre il me. Io e Chupa vi salutiamo con questo messaggio: vola solo chi osa farlo»
Bello,bello,bello!
gli animali non tradiscono mai….brava Giulia…..