La classe quinta della scuola primaria Salvo D’Acquisto di Camerino sotto la guida della professoressa Angela Amici, si è recata alla scoperta della città camerte seguendo quanto Ugo Betti, poeta e drammaturgo italiano, aveva scritto nell’articolo “Camerino” sulla Gazzetta del popolo nel 1932.
Con lo stesso spirito del poeta gli alunni e le alunne hanno riscoperto una città così come chi rientra nel luogo natio dopo essere stato lontano. Il percorso ha avuto inizio dalla basilica di San Venanzio. “Tutta la città, sulla sera, chi la guardi da ponente alta e illumina… sembra d’oro”. Don Marco Gentilucci ha mostrato a tutti la statua del patrono che regge in mano la città d’oro e insieme alla guida ha riferito i numerosi richiami storici. Poi sono giunti a piazza Cavour per ammirare il Palazzo Ducale dove “Non è raro vedere, incastonati in mura più recenti, bellissimi archi in color fulvo, colonne. Poco più altro che questo resta ormai di certe costruzioni sontuose, erette quassù dagli antichi signori”
Il gruppo è poi arrivato in via Ugo Betti dove “Le case sono spesso di nobile aspetto, … Ma la dignità di questa città non è nelle pietre. Un curioso destino rese breve la vita di tutti gli edifici, spesso bellissimi, edificati un tempo quassù. Tutti furono eretti con una pietra arenaria di cui abbondano questi colli …. L’acqua, i geli la rodono, la sfarinano quasi sicché ogni pietra, dopo qualche secolo, è ridotta un incavo dorato fra le quattro costole di cemento”. In seguito i partecipanti hanno letto la poesia “Sera in via Cisterna” e percorrendo la via si sono diretti a Porta Caterina Cybo. “Un suono musicale, quasi un respiro, passa leggermente, si fa più vivo allo svolto, tace, ritorna trascinando una carta, ci segue dolcemente. É il vento, questo vento che accompagnò la mia infanzia.”
Leggendo “La città dei re” sono giunti alla Rocca del Borgia visibile dai due versanti su cui si trova Camerino. “Chi venga dall’Umbria … oppure per quel ramo della via Flaminia che da Foligno valica l’Appennino al Colfiorito scendendo lungo il Chienti, vede a un certo punto …. la valle allargarsi, le ripe addolcirsi, le groppe desolate o rocciose cedere il posto a una coltivazione ostinata … Interrotto per qualche chilometro fra l’una e l’altra valle il dosso montano, si apre una regione collinosa abbastanza vasta, ricca di case d’acque d’alberi, ricinta e quasi protetta pressoché intieramente, tranne che verso nord … Al centro di questa regione, che non è più Umbria e non sempre fu Marche … in posizione da poterla quasi tutta sorvegliare dalle sue torri, è la città di Camerino.”
Infine, hanno ricordato il passo con cui gli alunni/e sono stati invitati/e a partecipare al premio “Ugo Betti” la cui premiazione si svolgerà il 28 maggio al centro culturale Benedetto XIII.
“Dove l’occhio s’aspetterebbe di trovare un gruppo di pecore o un ciuffo d’alberi, si vede sorgere, solitario, una specie di castello con mura molto alte e irregolari sormontate da edifici pietrosi non troppo fitti di finestre, sormontati a loro volta da absidi e torri”.
«Una guida – scrivono studenti e studentesse – ci ha mostrato la vera Camerino colorando ogni tappa con nozioni storiche. E’ stata una bella esperienza, ringraziamo la professoressa. L’uscita si è conclusa con il pranzo alla Rocca del Borgia. Esperienza da fare per conoscere Camerino».