Si è parlato anche di guerra e di violenza sulle donne nel corso degli incontri finali del progetto “Lettura al centro” che ha visto protagonista lo scrittore Daniele Aristarco. Gli studenti e le studentesse della scuola secondaria “G. Ungaretti” di Civitanova Alta e “P. M. Ricci” di Montecosaro hanno accolto lo scrittore Daniele Aristarco, noto autore di romanzi, racconti e saggi divulgativi rivolti ai ragazzi e bambini. L’incontro è stato organizzato a conclusione del progetto di educazione alla lettura.
Il progetto “Lettura al centro”, attuato in questo anno scolastico all’Istituto Comprensivo S.Agostino,
«Il lavoro è stato impostato” ci dice la referente del progetto la professoressa Fiorenza Petrolati – sulla lettura di tre testi: le classi prime hanno lavorato su “Le avventure di Alessandro Mignolo”, le seconde su “Storie di eroica disobbedienza, io dico No”; le terze su “Lettere a una dodicenne sul fascismo di ieri e di oggi”.
In classe i ragazzi con i docenti hanno letto e analizzato i testi, realizzato cartelloni, schemi, disegni, lapbook, one pager e molto altro; lavori presentati poi all’autore.
Gli incontri, svolti a gruppi in due giornate all’Auditorium S.Francesco per la secondaria “Ungaretti” e al Teatro delle Logge per la secondaria “Ricci”, sono stati ben diversi da una presentazione classica in cui vengono spiegati i testi. Le due giornate infatti sono state ricche di emozioni, di domande e di storia, ogni studente ha potuto parlare in prima persona con Daniele Aristarco che ha guidato il dibattito interagendo con i ragazzi, facendoli ragionare su grandi temi come la guerra e la pace, il fascismo, i grandi personaggi che hanno cambiato la storia».
La dirigente scolastica Prof.ssa Roberta Capriotti, intervenuta ad entrambe le giornate, confessa: «Sono molto orgogliosa di dirigere questo Istituto Comprensivo, le attività svolte sono molteplici e servono a far crescere tutti i nostri studenti come futuri cittadini. Ringrazio l’autore e Antonio Liturri del punto Einaudi di S.Benedetto che hanno permesso queste giornate»
Daniele Aristarco, ricordiamo, è nato a Napoli nel 1977 ed è autore di racconti e saggi divulgativi rivolti ai ragazzi, pubblicati sia in Italia che in Francia. Ha insegnato lettere nella scuola media e ora si dedica ai libri per ragazzi e alla scrittura per il cinema e la radio. Drammaturgo e regista teatrale, ha vinto numerosi premi e si occupa di laboratori di scrittura creativa per l’infanzia presso scuole, biblioteche e associazioni culturali.
Nel sito scolastico https://icsagostino.edu.it/ è possibile vedere il video dell’evento.
Ecco alcune delle tantissime domande, raccolte per noi dall’addetto stampa di istituto docente Miriam Marzetti, sottolineiamo che spesso l’autore ha risposto cogliendo l’essenza del quesito ponendo un ulteriore interrogativo ai ragazzi e alle ragazze. La discussione si è così rivelata un dialogo aperto a tutti che ha toccato nel profondo i temi fondamentali raccolti nei testi.
Ragazzi: Come mai un bambino di 8 anni vuole per il suo compleanno fare la guerra?
Aristarco: Tra di voi c’è a chi piace la guerra?
R: si certo!
A: perché?
R: perché si è uniti contro il nemico
A: Si è uniti in effetti, come tra amici. Però è un’impressione soltanto. La guerra infatti ha delle regole che ci costringono a cambiare le idee radicalmente, quello che è tuo amico, se in guerra o di un’altra nazione o paese, diventerà vostro nemico. Se incontrate qualcuno a terra nella vostra scuola vi fermate a soccorrerlo, in guerra dovete andare avanti e lasciare stare. Diventa lecito ciò che non lo è, come l’omicidio.
R:Hai avuto fascino per la guerra?
A: No, non ne ho mai avuto, la mia famiglia ha vissuto la guerra e non me ne ha mai parlato bene. Le parole principali parole erano sempre povertà e mancanza di libertà.
R: Ma che cos’è quindi la guerra?
A: Lo scopo della guerra come dice nel suo libro “L’arte della guerra” Sun Tzu è quello di conquistare lo spazio tra cielo e terra. Ma ha senso distruggere tutto e tutti? Forse si cerca di conquistare quello che c’è sotto la terra ma la distruzione e la conquista non portano mai cose buone.
R:Quale messaggio vuole mandare ai ragazzi con i suoi libri?
A:Quale messaggio vi è arrivato?
R: Perchè il finale è aperto nella storia di Alessandro Mignolo?
A: Per far immaginare a voi lettori il perché vuole andare sulla luna, tutti vogliono qualcosa, secondo voi?
R: Per me vuole andare per conquistare la luna. Per me vuole andare per cercare pace. Per me vuole trovare nuovi mondi e nuovi amici.
R: Quale futuro allora pensi ci sarà per Alessandro?
A: Ho molte idee ma non ve ne dirò neanche una!
R:Perchè a Coccefalo Alessandro deve parlare prima di salire?
A: Chi di voi fa equitazione? Cosa fate? Andate e cavalcate o passate del tempo con il vostro cavallo?
R: Passiamo del tempo, diventiamo amici
A: Il principio di base è la fiducia, bisogna instaurare la fiducia con tutti, animali e persone. Coccefalo ha bisogno di fidarsi come tutti noi. Pensiamo di andare in una strada buia e di incontrare un uomo incappucciato, scapperemmo. Ma se quell’uomo è un nostro amico o un papà non avremmo paura e parleremmo con lui.
R: Hai un luogo che ti da pace?
A: Ho molti luoghi che mi danno serenità, serve a tutti un luogo che faccia essere tranquilli. Di solito a me capita in libreria o in biblioteca.
R: Come hai scelto i personaggi di “io dico no”?
A: Ho costruito il libro cercando di selezionare una quantità di ingiustizie ragionevole, ne avevo tante da raccontare ma non potevo metterle tutte. Poi ho scelto qualcuno che per ognuna l’avesse vissuta e avesse portato un cambiamento contrastando la realtà.
R: Hai pubblicato in tanti paesi?
A: Si e pensate che solo in Russia un mio racconto non è stato inserito, immaginate quale?
R: La giornalista? Rosa Pax?…
A: No, è stata la vicenda di Oscar Wilde. In alcuni paesi ancora la libertà non esiste per tutti. Anche se ci sono gli stessi diritti a volte non ci sono le stesse opportunità per tutti. Voi dovete parlare quando vedete ingiustizie
R: Ma se per esempio un amico ci dice di non raccontare l’ingiustizia che ha subito?
A: Bisogna sempre raccontare a un adulto cosa succede, parlare può fermare le ingiustizie e aiutare il tuo amico che in quel momento magari ha paura. Se denunciamo l’accaduto possiamo evitare che accada a qualcun’altro
R: Le mie sorelle comandano sempre e sono io in minoranza, nonno dice che le donne comandano spesso
A: In alcune famiglie è così, ma nella maggior parte dei casi le donne sono vittime. I dati ci dicono che molti anzi troppi uomini ancora credono di poter aver potere sulle donne e non le rispettano.
R: Chi è Didiene? Il nome è scritto all’inizio del libro come dedica
A: Ho messo quel nome per ricordare la sua storia, hai provato a cercare sul tuo smartphone?
R: No pensavo fosse un suo amico o qualcuno per lei importante
A: Si in effetti poteva sembrare, no, è una persona di colore che è stata uccisa a Firenze da un uomo che aveva deciso di uccidersi ma che non avendone il coraggio aveva deciso di sparare a un altro. Nella scelta aveva escluso molti ma non un uomo di colore perché nella sua testa era sacrificabile. La storia è passata poco nelle notizie e questo è il segno che spesso ci sono discriminazioni anche oggi.
R: Perchè hai scelto di scrivere delle lettere?
A: Questo è un metodo che mi piace molto, rispetto alla mail che è molto veloce hai il tempo di scegliere le parole con calma, la carta, la busta. Hai un’attesa nella risposta in cui puoi immaginare le idee di chi la leggerà.
R: Ti ha mai risposto Giulia?
A: Non mi ha mai risposto, ma immaginavo che sarebbe stato così. Però ho avuto tantissime ragazze che mi hanno inviato lettere, alcune che neanche si chiamavano Giulia ma che si sentivano di inviarmi righe di parole. Una volta mi ha scritto anche un signore, un papà, anche lui ha voluto rispondere.
R: Giulia è un nome vero?
A: No, non è un nome vero ma la ragazza era vera.