di Federica Temperini*
«Da grande volevo fare la fumettista e ci sono riuscita». C’è entusiasmo nelle parole di Elena Cerisciola, 27 anni, artista e fumettista professionista di Porto Sant’Elpidio. Il suo nickname sul web è cheriscelle_ ed è autrice di fumetti come “il borgo dei ricordi perduti” storia ambientata a Montecosaro e con elementi fantasy del folklore nostrano.
Come è nata la tua passione per i fumetti?
«È nata guardando i cartoni animati giapponesi da piccola e per poi leggere in seconda media il mio primo manga, “Dragonball”».
Ci sono autori di fumetti che ammiri?
«Si, allora, Mojoko Anno, autore del famoso manga “Sugar Sugar Rune”, Asano Inio, autore di “la fine del mondo e prima dell’alba” del 2008, e Tony Sandoval, autore di opere tra cui “Mille tempeste”».
Generi di fumetto che preferisci rispetto ad altri ti piacciono di più, se sì perché?
«Si, in particolare mi piace lo slice of life, penso che raccontare la vita, nelle sue più semplici sfaccettature, partendo dalle proprie esperienze personali, sia il modo migliore per entrare in empatia col lettore».
La tua formazione scolastica?
«Totalmente lontana dalla mia vena artistica alle superiori sono stata costretta a fare una scuola professionale ma finito quella ho deciso di fare la scuola internazionale di Comics a Jesi, contro la volontà di tutti, ho seguito il cuore ed è andata bene».
Come ti sei trovata alla scuola internazionale di comics?
«Molto bene anche se all’inizio è stata dura perché non vedevano di buon occhio lo stile “manga”».
Quando eri alle superiori cosa pensavi del tuo futuro, avevi già questo piano in mente o avevi pensato ad un altro lavoro che ti sarebbe piaciuto fare?
«Volevo fare la fumettista, sono sempre stata una persona con le idee chiare».
Tecniche di lavoro?
«Sono passata dalla carta, al digitale. Devo dire che per la mole di lavoro che ho, è stata davvero una benedizione!».
Hai scritto un fumetto intitolato ”il borgo dei ricordi perduti”, di cosa parla?
«Allora la storia è ambientata prettamente a Montecosaro nei giorni nostri. Parla di questa ragazza, Rebecca, 19 anni, che inizia ad avere un incubo ricorrente che la porta a ricordare una parte della sua infanzia dimenticata dove per un giorno intero è scomparsa senza lasciare traccia. Ricorda solo, dopo essere stata ritrovata, di una bambola di porcellana affacciata ad una finestra che la fissa. Da qui, lei decide di ritornare a Montecosaro, dove ritroverà il suo amico d’infanzia Lorenzo e insieme cercheranno di trovare il ricordo perduto di Rebecca».
A cosa ti sei ispirata per scriverlo?
«Mi sono ispirata a tutta una serie di eventi che ho vissuto in prima persona. A parte la sparizione, all’interno della storia si parla di temi come la figura della “madre” e “dell’abbandono”».
Ci sono consigli che vuoi dare a chi vuole intraprendere questa strada e come te diventare fumettista?
«In primis leggere tanti fumetti e andare tanto al cinema. Dai registi si può imparare tanto.
Tanto studio e confronto con gli altri. Beh, se si vuole intraprendere questo mestiere devi tenere conto delle possibili “porte in faccia” che ahimè ci saranno».
Pensi che “Topolino” sia un buon inizio per i bambini e farli avvicinare ai fumetti?
«Oh si, certo! Li ho letti anche io da piccola, sono molto educativi».
Ci sono anime o manga che consiglieresti a chi inizia ad affacciarsi a questo piccolo mondo?
«Consiglio i manga di Asano Inio e l’anime Nana».
*Federica Temperini, studentessa della classe 4D del liceo artistico “Cantalamessa” di Macerata. Articolo realizzato nell’ambito del progetto Alternanza scuola lavoro