Hai sentito tante volte, specialmente a scuola, parlare di Maria Montessori, ne siamo certi. Oggi, nella giornata dedicata ai diritti delle donne, vogliamo parlarti di lei e lo facciamo attraverso una bella e significativa iniziativa dell’università di Macerata, del dipartimento di Studi umanistici e in particolare della cattedra di psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione. Si tratta di un libriccino gratuito dedicato ai più piccoli e alle più piccole che parla proprio di lei. Racconta la sua vita e propone due giochi elaborati seguendo il suo metodo e con cui potrai giocare con altri bambini e bambine. Lo puoi scaricare dal sito montessori150.unimc.it.
«Il libriccino – spiega Paola Nicolini, docente di psicologia dello Sviluppo – racconta la storia di questa nostra conterranea per lungo tempo dimenticata che ancora oggi riesce a dirci cose importanti e significative per il rispetto nell’educazione dell’infanzia. Ci teniamo a far conoscere a bambini e bambine la sua storia molto particolare e con due giochi facciamo le principali idee che Maria Montessori ha messo in campo nella sua esperienza di insegnante ed educatrice. Intendiamo trasmettere il suo pensiero ai più piccoli e alle più piccole a cui tanto si è dedicata».
«Maria Tecla Artemisia Montessori – si legge nel libriccino – conosciuta in tutto il mondo come Maria Montessori è nata a Chiaravalle il 31 agosto 1870 . Figlia di padre emiliano, Alessandro Montessori, e di madre marchigiana, Renilde Stoppani, Maria è nata a Chiaravalle, in una casa prospiciente su Piazza Mazzini, al numero 10, inaugurata come Museo in occasione dei 150 anni dalla sua nascita».
Poi il suo trasferimento a Roma dove fu un’ottima studentessa tanto da potersi iscrivere all’università e da poter frequentare le facoltà di Scienze e poi di Medicina, riservate per lo più a studenti uomini. Nel frattempo aveva studiato pediatria all’Ospedale dei bambini, le malattie delle donne nei reparti del San Giovanni (Roma), e quelle degli uomini al Santo Spirito (Roma). Maria si interessa dell’infanzia con problemi mentali e apprenderà metodi sperimentali di rieducazione dei minorati mentali. «Parallelamente a questi interessi – prosegue la biografia – la Montessori manifesta un forte impegno verso i temi dell’emancipazione femminile. È rimasto famoso un suo intervento al Congresso Femminile di Berlino nel 1896, nel quale intervenne a favore della parità salariale tra donne e uomini in veste di rappresentante dell’Italia, potendo partecipare grazie alla colletta avviata dalle donne operaie della sua cittadina natale».
Si laureò anche in Filosofia. Incontrò il collega Giuseppe Montesano. «I due si legano anche sentimentalmente e, dalla loro relazione, nasce un figlio nel 1898, Mario, che Maria partorisce di nascosto e affida a una famiglia di Vicovaro (un paesino del Lazio) perché il fatto di non essere legalmente sposati, al tempo, costituiva un forte impedimento di tipo sociale. Mario cresce con Vittoria Pasquali e, solo alla sua morte di sua madre, Maria volle riprendere il figlio con sé, dicendo che era un nipote. Solo nel suo testamento fu rivelata la verità sulle origini di Mario. La relazione con Montesano termina quando Maria apprende che lo stesso avrebbe sposato un’altra donna, e la cosa determina un forte cambiamento nella vita di Maria».
Poi varie cariche e l’avvio di asili infantili che utilizzano il suo metodo che avrà successo in America e in Italia. «Nel periodo del governo fascista, dopo un primo momento in cui le scuole montessoriane furono apprezzate dal regime, ben presto la rottura fu definitiva, le scuole chiuse e la Montessori costretta ad allontanarsi dall’Italia. In quel periodo Maria viaggia in vari paesi, in cui diffonde le idee alla radice del metodo. In uno di questi viaggi è in India, dove viene sorpresa dallo scoppio della seconda guerra mondiale, trattenuta col figlio in quanto cittadini italiani, quindi provenienti da un paese nemico. Dopo il rilascio nel 1944, torna in Europa nel 1946, accolta ovunque con onori.
Una delle prime cose a cui si dedica Maria al suo rientro in Italia, nel 1947, è la ricostruzione dell’Opera Nazionale, che ancora oggi si dedica alla diffusione e valorizzazione dei principi pedagogici montessoriani. Maria Montessori muore il 6 maggio 1952 a Noordwijk, dove si era trasferita temporaneamente, con il figlio Mario. Sulla sua tomba si legge, in lingua italiana: «Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo».
Montessori è la prima donna nella storia della Repubblica italiana ad avere la propria effige stampata su moneta o raffigurata su francobolli. È anche stata candidata per il Nobel per la pace».