domenica, Novembre 17, 2024

“Quando Hitler rubò il coniglio rosa”,
raccontato da due studenti
della scuola Dante Alighieri

MACERATA - Tommaso Ciarpella e Andrea Caldarelli hanno assistito alla lettura del testo da parte di Simone Maretti, in occasione della Giornata della memoria

 

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La copertina del libro

di Tommaso Ciarpella ed Andrea Caldarelli (studenti della classe II E “Dante Alighieri”)

Aspettando il Giorno della Memoria, noi alunni ed alunne delle classi prime e seconde della secondaria di primo grado “Dante Alighieri” di Macerata, alle 9 ci siamo collegati alla diretta streaming, organizzata dalla biblioteca Mozzi-Borgetti in collaborazione con l’Istituto Storico di Macerata, del narratore Simone Maretti che ha raccontato la storia del libro “Quando Hitler rubò il coniglio rosa” di Judith Kerr. Eravamo entusiasti all’idea di ascoltare di nuovo questo narratore così bravo. Noi conoscevamo già Simone Maretti perché, nell’ambito del “progetto lettura” della nostra scuola, avevamo ascoltato, negli anni pre-covid, le sue coinvolgenti letture.

La protagonista del libro “Quando Hitler rubò il coniglio rosa” è Anna, che nel 1932 ha nove anni e vive a Berlino con i genitori e il fratello Max. All’inizio del libro ci troviamo in inverno, un inverno importante perché è quello che vedrà l’elezione di Adolf Hitler. Il padre di Anna è un giornalista che ha idee e scrive articoli contrari alle opinioni e alle strategie di Hitler, perciò, temendo la sua vittoria alle elezioni, scappa in Svizzera. Anna con la sua famiglia lo raggiungerà più tardi. La bambina non è del tutto consapevole di cosa stia accadendo, con l’ingenuità propria dei bambini. Può portare un solo giocatolo con sé e tra il cane di pezza nuovo di zecca e il coniglio rosa, piuttosto malridotto, di quando era piccola, lei sceglie il cane e parte per la Svizzera con la madre e Max. In Svizzera alloggiano in una pensione.

Anna si ammala e resta in coma per un mese. Al suo risveglio scopre che per problemi di soldi la governante non potrà raggiungerli. Infatti, siccome Hitler ha vinto le elezioni, il padre di Anna non può più pubblicare i suoi articoli in Germania. La loro condizione economica non è più la stessa. Inoltre, suo fratello Max spiega ad Anna che i nazisti in Germania hanno preso tutti mobili dalle case delle famiglie ebree ed anche dalla loro. Intanto, Max e Anna in Svizzera frequentano la scuola, finché il papà non può più lavorare neanche lì.

Così si trasferiscono in Francia, a Parigi, dove trovano dei loro amici. In Francia avranno il problema della lingua, ma impareranno grazie ad un insegnante. Poi si trasferiranno a Londra. Una volta arrivati in Inghilterra, i due ragazzi hanno molte difficoltà con la lingua, ma Anna non ha paura, è serena. Ricorda che sul treno da Berlino verso la Svizzera le era capitata sotto gli occhi la pagina di un libro e l’aveva colpita la parola “profugo”. Quel testo le aveva consegnato l’idea di un profugo sempre infelice, invece lei ora capisce bene la condizione di chi è costretto ad abbandonare il proprio paese, ma nello stesso tempo si sente fortunata perché la sua famiglia è rimasta unita, loro sono insieme.

La lettura di Simone Maretti è stata come al solito molto coinvolgente. Il tempo è volato in un attimo, presi come eravamo dal racconto. Poi, al termine del collegamento, con i compagni  e le compagne di classe abbiamo riflettuto sull’argomento, abbiamo cercato di comprendere le emozioni e le difficoltà di Anna e della sua famiglia, abbiamo anche ragionato sulla parola “profugo” e cercato di conoscere le forme attuali di questa condizione. Alla fine abbiamo capito che ricordare il passato ha senso se aiuta a capire e a cambiare il presente.

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