di Marco Ribechi (foto di Fabio Falcioni)
Bastoni della pioggia, maschere e i cori cantati direttamente dagli spettatori. Quasi tutti bambini. Un’emozione fortissima dagli spalti nel percepire che l’arte e la musica non conoscono confini, nemmeno generazionali. Si è aperta in modo davvero speciale l’edizione del centenario del Macerata Opera Festival con un Rigoletto interamente dedicato ai più piccoli, accompagnati in platea da insegnanti e genitori. Infatti, chi l’ha detto che l’opera è solo per adulti? Da anni ormai lo Sferisterio di Macerata, fin dalla direzione di Francesco Micheli e ora ancora di più con Barbara Minghetti, vuole sfatare questo tabù proponendo l’educazione alla lirica nelle scuole di ogni ordine e grado. Un percorso avvincente sviluppato durante tutto l’anno scolastico che ha trovato la sua massima realizzazione proprio nello spettacolo di apertura del centenario, con bambini e bambine emozionatissimi all’ingresso e felicissimi all’uscita del tempio della lirica.
La tradizione che guarda al futuro e che proietta nelle giovani generazioni tutta la carica di cento anni di opera tra i più alti livelli mondiali, fin dalla celebre Aida del 1921 che sarà riproposta prossimamente in cartellone. Emozionato anche il sindaco Sandro Parcaroli che non ha saputo trattenere le lacrime: «È un sogno che mi state dando – dice il primo cittadino – è lo Sferisterio che vorrei, pieno di bambini, ragazzi, insegnanti e genitori. Un simbolo di ripartenza perché abbiamo tanto bisogno di una serata felice in allegria». In effetti lo spettacolo più bello lo offre forse prima dell’inizio il colpo d’occhio della platea, con tanti bambini che giocano a rincorrersi tra le le poltroncine, compagni di scuola che si salutano da una fila all’altra, tutti composti, vestiti bene, nessun pianto o litigio. È la magia del teatro come spiega il direttore d’orchestra Cesare della Sciucca, “il luogo più bello del mondo”.
Inizia lo spettacolo “I misteri del teatro”, una produzione tutt’altro che infantile del progetto Opera Educational. Nella buca la solita splendida Orchestra Filarmonica Marchigiana e sul palco strepitosi attori e cantanti per un appuntamento curatissimo anche nelle scenografie, nei costumi e nelle luci. All’improvviso la magia: il direttore si gira dando le spalle all’orchestra, lancia il suo segnale verso l’arena e tutti i bambini iniziano a cantare perfettamente a tempo e con una fortissima carica espressiva. Un evento memorabile di cui sicuramente nessuno dei presenti si dimenticherà. Saranno loro un giorno a dire: “Io quando l’opera di Macerata ha compiuto cento anni c’ero e ho cantato!”. Un istante da protagonisti, vissuto con gli amici e i genitori (alcuni di questi purtroppo incapaci di spegnere i telefonini nemmeno per 75 minuti, dimostrando minore attenzione dei loro figli) che vale più di mille lezioni e discussioni sulla cultura.
Quale è stato il momento più emozionante? Chiediamo ai bambini all’uscita dal tempio della lirica: “Il rapimento di Gilda!” risponde uno, “Quando Rigoletto viene maledetto!” fa eco un altro con ancora il suo bastone della pioggia in mano. Tutto lo svolgimento è stato chiaro proprio grazie allo studio tra i banchi che ne ha permesso la comprensione nel dettaglio. Meglio studiare l’opera o la matematica? “L’opera!” rispondono in coro un gruppo di amici, e infine: “Mi è piaciuto tanto, spero di tornare presto allo Sferisterio a vedere altri spettacoli!”. L’obiettivo centrato in pieno è forse il miglior auspicio per altri cento anni di lirica ai massimi livelli.