Il Matelica dice forte e chiaro “No al bulismo” attraverso un video diffuso sui social biancorossi. «Il bullismo – argomenta la Dg del Matelica Roberta Nocelli, voce narrante del video – interessa soprattutto bambini e ragazzi, sia maschi che femmine, dai 7 ai 18 anni, andando a toccare il periodo delle scuole elementari, medie e superiori. Si caratterizza per provocazioni, violenze verbali e fisiche, perpetrate ai danni di uno stesso soggetto e per un periodo di tempo più o meno prolungato. Quando uno scherzo o una presa in giro diventa un accanimento costante, tale da condizionare la vita quotidiana, si parla di bullismo. Un fenomeno che può avere ripercussioni pesanti: per questo va riconosciuto e combattuto. E’ errato pensare che sia solo una fase della crescita. Al contrario esso rappresenta un grave fenomeno sociale in costante aumento, amplificato dai social network che in molti casi diventano il luogo preferito per diffamare e offendere. Tutti insieme dobbiamo incoraggiare i nostri ragazzi alla pratica dello sport, che sia un mezzo per contrastare e prevenire il bullismo”.
E’ il turno poi di due giocatori del Matelica, Riccardo Calcagni e Balestero, che dimostrano la propria sensibilità a questa importante tematica.
«La figura del genitore – sottolinea Calcagni – gli insegnanti e gli educatori sportivi, devono fare un tutt’uno per educare i ragazzi a collaborare, essere amici e scherzare in modo genuino con gli altri compagni e non a prendere di mira qualcuno per sentirsi superiori. Il calcio può sicuramente aiutare a combattere il bullismo. Nel calcio non c’è spazio per i bulli e l’io individuale. Siamo tutti insieme per un unico obiettivo».
Balestrero si rivolge direttamente ai più piccoli: «Ai bambini consiglio di seguire i propri sogni e provare a divertirsi, senza badare a ciò che dicono le altre persone. Spesso a parlare è l’invidia».
Conclude Nocelli: «La strategia migliore per combattere il bullismo è sicuramente la prevenzione, promuovendo un clima culturale e sociale che scoraggi sul nascere certi comportamenti prepotenti e prevaricatori. La scuola e lo sport sono luoghi fondamentali in cui si sviluppano le relazioni sociali tra i bambini e proprio per questo ruolo educativo che ci viene assegnato abbiamo anche la responsabilità di promuovere quei valori che possono aiutare a prevenire il bullismo. Favorire la conoscenza reciproca, far accrescere l’autostima, insegnare il rispetto verso le altre realtà socio-culturali e religiose, insegnare come affrontare i conflitti e soprattutto a rispettare le regole della convivenza civile».