domenica, Novembre 17, 2024

Imparare l’arte di arrangiarsi:
l’eleganza del letto sfatto
e i tubetti di colore spremuti

MACERATA - Veronica Rossetti, docente di Discipline grafiche, pittoriche e scenografiche del liceo artistico "Cantalamessa": «Ho invitato i miei ragazzi e ragazze a vedere questo momento non come una condanna, ma come un'opportunità»

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“Io e il mio lab”, di Alice Massucci della classe 3F del liceo artistico “Cantalamessa” di Macerata

La distanza e lo stare a casa non hanno fermato il liceo artistico “Cantalamessa” di Macerata, che nonostante il lockdown e l’impossibilità di utilizzare i laboratori, in cui studenti e studentesse solitamente mettono in pratica la teoria che imparano sui banchi di scuola, sta proseguendo le sue attività con entusiasmo, grinta e voglia di guardare al futuro. Gli alunni e le alunne hanno continuato a produrre, creare, inventare, dando vita a dei progetti notevoli. Saranno i loro professori a raccontare le loro creazioni. La volta scorsa è toccato a Martina Pesaresi, docente di Progettazione di Architettura e Ambiente. Stavolta prosegue Veronica Rossetti, professoressa di Discipline Grafiche, Pittoriche e Scenografiche. 

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“Nuove Tradizioni”, di Lorenzo Menichelli, classe 1F

«Il lavoro è iniziato subito dopo la chiusura delle scuole, quando ancora nessuno di noi, docenti e studenti, aveva ben chiaro cosa doveva aspettarsi. La materia che insegno è teorico-pratica, ma sicuramente molto incentrata sulla dimensione del laboratorio: nel biennio l’insegnamento delle discipline grafiche e pittoriche rappresenta la formazione di base, propedeutica alle tecniche e al linguaggio delle arti visive; nel triennio dell’indirizzo Arti Figurative, insegno la progettazione e le tecniche relative alle arti visive. Ad essere sincera non credevo nella possibilità di riuscire a svolgere il mio programma disciplinare nella modalità didattica a distanza, tutt’al più pensavo di poter fare un consolidamento delle conoscenze! Il lavoro iniziale, infatti, è stato quello di coinvolgere i miei alunni rispettando gli stessi appuntamenti settimanali che avevamo a scuola, con lo scopo di mantenere viva la relazione scolastica, dando loro semplici consegne. Tuttavia, sono rimasta subito molto stupita per gli ottimi risultati: dagli alunni del primo, anche quelli che a scuola avevano difficoltà di varia natura, mi arrivavano disegni sorprendenti e allo stesso modo anche gli elaborati delle classi successive erano di ottima qualità. A quel punto ho capito che valeva la pena provare e ho riprogrammato la modalità di lavoro, ma senza cambiare i contenuti né gli obiettivi formativi. Lo stimolo principale, il filo conduttore, è stato quello di invitare gli studenti, attraverso la proposta di temi di lavoro mirati, a guardarsi intorno, in casa, con occhi nuovi, stimolandoli a vivere il lockdown non come una condanna, ma come un’opportunità. Ho invitato i ragazzi a ricostruirsi un micro laboratorio domestico, raccogliendo gli strumenti e i materiali che avevano a casa, anche inusuali ma che potevano essere utili per disegnare o dipingere; hanno imparato l’economia dei materiali, a lungo predicata tra i banchi di scuola, e l’arte di arrangiarsi! Soprattutto però abbiamo messo in pratica quello che ciascun artista è chiamato a fare: offrire agli altri uno sguardo lucido, divergente sulla realtà; alzare “le antenne” per captare il movimento dello spirito comune all’umanità, come sosteneva Kandinsky, partendo dalle cose più semplici, da quelle a ciascuno più prossime. È così che abbiamo scoperto (parafrasando Emanuela Pulvirenti) l’eleganza del letto sfatto, in sostituzione di quella di un panneggio disposto ad arte in classe per esercitarsi nella copia dal vero di un tessuto e, come i pittori dell’Ottocento, abbiamo documentato le attività domestiche più disparate, quelle tipiche della quotidianità dei nostri tempi, ma anche quelle inconsuete, riscoperte o inventate, ai tempi del Covid-19. I nostri tubetti di colore sono stati svuotati come mai accaduto prima neanche a quelli di dentifricio! Io? Felice di aver costruito, nonostante tutte le difficoltà. I ragazzi? Forse come non mai, consapevoli e felici di aver, nonostante tutto, imparato tanto! E gli elaborati scolastici? Piccole opere d’arte testimoni di questo nostro, nuovo, tempo».

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“Virtuosismi di lenzuola”, di Riccardo Pierluigi della classe 1F

 

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“L’allenamento”, di Erika Del Bianco, della classe 3F
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“Il mio laboratorio”, di Sofia Acomordali della classe 3F

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