Studenti e studentesse del liceo scientifico “Galilei” di Macerata hanno trascorso 10 giorni in Cina in un’esperienza di scambio con Taicang. Ecco il diario del loro viaggio.
«La Cina è più vicina: trascorre in aereo il primo giorno di scuola di 23 studenti e studentesse del liceo scientifico ”G.Galilei”, che hanno inaugurato il nuovo anno scolastico come ambasciatori in Cina per ben undici giorni, dal 5 al 16 settembre.
Ad accoglierli per questo particolare soggiorno la città – contea di Taicang, “calda” ed aperta, orgogliosa del proprio sviluppo ma anche pronta ad apprendere ed arricchirsi confrontandosi con gli allievi italiani.
Con questo spirito si sono svolti numerosi incontri in svariate strutture e scuole della città quali l’Accademia delle Scienze, “scrigno” di progettualità ed innovazione tecnologica; l’Istituto che potrebbe equipararsi al nostro Liceo, sede di eccellenze e luogo di opportunità per i successivi percorsi universitari, dove si studiano la robotica ma anche “l’arte della scrittura” e“Romeo e Giulietta” di Shakespeare, che trova il suo corrispettivo orientale nel dramma “Mudanting” e la Mingde Middle School, che rende omaggio alla cosiddetta M.me Curie della Cina, la scuola elementare i cui studentie le studentesse li attendevano in parata e con la mano tesa per “introdurli” in un mondo fatto di giochi ma anche di conoscenza, un mondo di maschere da dipingere, braccialetti da intrecciare, matematica e stampanti 3D.
Ciò che resta impresso di questa dimensione scolastica, al di là delle discipline e dei contenuti, di indubbio interesse scientifico/tecnologico, sono le immagini della condivisione e del dialogo per un progetto di futura collaborazione e mutuo scambio con gli allievi maceratesi. I sorrisi, le parole impastate d’inglese, cinese ed italiano, e poi i doni, segno di quell’antica “hospitalitas”.
A chiudere il viaggio la visita della “vecchia” Taicang, di Suzhou e infine di Shanghai; un’immersione nella Cina della tradizione ed in quella metropolitana: la festa della Luna e i suoi dolcetti, la cena con l’hot pot in cui i ragazzi, bacchette alla mano, si cimentavano nella cottura di pesce, carne o noodles in una zuppa fumante, le tavole imbandite di pietanze colorate, insolite ma gustose, di piatti indecifrabili da assaggiare mettendo da parte pregiudizi e clichè; il mercato del pesce, le botteghe, i parchi e gli agriturismi, la fabbrica della seta. E, in ultimo, la grande Shanghai, le sue porte, i negozi e la folla di Corso Nanchino, i suoi grattacieli; tra tutti, il cosiddetto “apribottiglie”, su cui siamo saliti per il saluto alla città ed alla Cina: ai loro occhi si è aperto un panorama mozzafiato da un’inedita prospettiva.Xiè xiè, Cina, Arrivederci!»