Il Funday festival di Civitanova Alta chiude con un bilancio di oltre 5mila presenze per le 45 attività che hanno animato il borgo fino a domenica notte. Due giorni di spettacoli, laboratori, incontri che hanno offerto alle famiglie spazi di tempo privilegiato da trascorrere attraverso il gioco, l’interazione, il dialogo, il divertimento.
«Il festival si colloca all’interno del percorso “Civitanova città con l’infanzia” – spiega il sindaco Fabrizio Ciarapica –, non quindi un intervento a spot ma una strategia ben più ampia che vuole fare di Civitanova un luogo a misura di bambino, attento alla dimensione genitori-figli e all’adulto di domani. Il Funday sta dimostrando di raccogliere la sfida proposta da questa amministrazione nel pensare un progetto autentico, fondato su contenuti concreti e consapevoli. Proprio per questo siamo certi che crescerà di anno in anno, visto già l’importante risultato conseguito alla sua seconda edizione».
Tanti i messaggi di grande apprezzamento giunti al festival dai visitatori, genitori, docenti, formatori che hanno visitato il laboratorio a cielo aperto della città alta, un vero e proprio borgo 0-12, partecipando alla pluralità delle proposte. In un borgo sospeso nel tempo, che mette insieme la bellezza delle location con la funzionalità di spazi circoscritti e sicuri per bambine, bambini e famiglie, il Funday festival si è fatto promotore insieme di un format in grado di stimolare ogni area evolutiva dei più piccoli, e di dare ulteriore linfa vitale e propositività turistica alla città alta, permettendo anche ai visitatori arrivati da fuori provincia di scoprire la bellezza di questo gioiello.
«Il Funday – sottolinea l’assessora Barbara Capponi – non è un semplice festival, ma molto di più. Stiamo realizzando un progetto in cui la parola d’ordine è sostenere le famiglie dando loro opportunità di passare del tempo insieme, in cui ognuno indipendentemente dall’età, dalle attitudini e talenti, differenti in ciascuno di noi, possa trovare il proprio spazio da condividere coi propri cari. Abbiamo visto grandi e piccoli condividere momenti gioiosi e di qualità insieme, in una inclusione concreta e naturale davvero di tutti i partecipanti, in ogni ruolo. I feedback sono unanimi ed entusiasti, e ne siamo molto soddisfatti».
Anche per questa seconda edizione, il Funday Festival ha dimostrato quanto il gioco possa essere strumento formativo e di dialogo, un modo per riappropriarsi di tempi e spazi e, parafrasando Bruno Munari, per “Conservare l’infanzia dentro di sé per tutta la vita, e cioè conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare”.