di Leonardo Piergentili
(Foto Fabio Falcioni)
Incontro significativo questa mattina, all’Istituto di Istruzione Superiore “Bramante-Pannaggi” a Macerata, per rilanciare le scuole del territorio marchigiano. Ospite dell’incontro, Piero Massimo Macchini: «Era ora che risorgessimo anche se purtroppo lo stiamo facendo solo a causa del sisma, il marchigiano si dovrebbe svegliare. È importante parlare di identità».
È stata una mattinata importante quella vissuta dai ragazzi e dalle ragazze dell’Istituto Bramante-Pannaggi che dopo aver ascoltato le dichiarazioni e le esperienze vissute in ambito lavorativo da ex studenti, hanno accolto con risate, sorrisi e applausi, il comico e attore Piero Massimo Macchini, molto attivo nel valorizzare i territori della nostra regione, e ora nel dare risalto alle scuole con “RisorgiScuola”. «Dopo il sisma il marchigiano si è dovuto mettere in una condizione di resilienza».
Molti gli sketch e le gag proposti dal comico, che tra un’esibizione e l’altra, ha raccontato il proprio rapporto con la scuola e dato molti spunti di riflessione ai tanti studenti e studentesse che erano lì ad ascoltarlo. «Non mi piaceva tanto studiare ma gli anni che ho perso, li ho persi realmente. Ora da adulto ho dovuto recuperare tramite l’esperienza – ha poi proseguito – L’unica storia che potete raccontare è la vostra, ma per farlo dovete conoscere voi stessi, ma per scoprirvi e conoscere voi stessi dovete studiare».
Macchini ha poi voluto spiegare la “Regola del Tre” e le basi dell’umorismo ad un pubblico di alunni ed alunne divertito dalle sue parole e dalle sue geniali trovate. «Per scrivere il mio secondo libro ho avuto un sacco di blocchi, da quello esofageo a quello intestinale, ma poi entrando in un autogrill ho visto un libro di Fabio Volo, così ho pensato che se scrive lui, posso scrivere anche io».
Importante la sua riflessione sull’identità e sull’essere marchigiani: «Viviamo in un posto bellissimo, vicino alle montagne ed al mare, ma il marchigiano si vergogna un po’ di esserlo. Il milanese che va nelle Marche dopo dieci anni lì parla ancora milanese, lo stesso un romano; ma quando un marchigiano va a Bologna per l’università, dopo venti minuti parla in bolognese». Per spiegare meglio il concetto fa anche l’esempio di Leopardi che ha deciso di scappare dalla realtà della nostra regione, trasferendosi a Milano, Roma, Napoli, realizzando più tardi che «Il posto più bello dove è vissuto è Recanati».
Infine, dopo aver ringraziato tutti i docenti e gli addetti al personale della scuola, ha concluso recitando “Il sabato del villaggio” di Giacomo Leopardi e con la lettura di un post messo sui social network da un suo amico nei giorni seguenti il sisma, “Se qua sotto c’è l’inferno, qua sopra c’è il paradiso”. L’invito che fa Macchini è chiaro, «Dobbiamo renderci conto della nostra identità, dobbiamo riconoscere i valori del nostro territorio».