di Francesca Urbani
“C’è chi racconta, e parla, e scrive, e sa far ridere con le barzellette; c’è chi inventa le parole, quando non ne ha una a disposizione e fa le rime baciate, tanto esse stanno bene insieme, c’è chi non si stanca mai di ascoltare le storie”. I giornalisti, gli scrittori e i poeti la posseggono sicuramente l’intelligenza linguistica. Un buon esercizio può essere, naturalmente, leggere ai propri figli. La lettura è un ottimo propulsore del linguaggio e nella quotidianità si può: con i bambini e le bambine più piccoli, da zero a tre, fare “cavalluccio” e recitare una filastrocca, meglio se una delle nostre tradizionali. Oppure: Cavallino arrì arrò/ piglia la biada che ti do/piglia i ferri che ti metto/per andare a San Francesco/San Francesco è sulla via/per andare alla Badia/alla Badia ci sta un frate/che prepara le frittate/le frittate non son cotte/mangeremo le ricotte/ le ricotte son salate/ mangeremo le frittate! Con i più grandicelli, invece, dai tre ai sei anni si possono inventare storie nella routine giornaliera, per esempio mentre si apparecchia costruire una storia usando come protagonisti piatti, bicchieri e le postate. “C’era una volta un piatto solitario messo su una distesa di scacchi bianchi e rossi..”
http://www.cronachemaceratesi.it/junior/2018/05/04/nove-intelligenze-per-me-e-per-te/23921/