Il latino lingua morta? Non sono di questa opinione i tre vincitori della seconda edizione del concorso Certamen Philelfianum, la cui cerimonia di premiazione si è svolta lo scorso martedì a Tolentino nella chiesa del Sacro Cuore. Una competizione molto partecipata, incentrata sul latino e organizzata dal liceo Filelfo in collaborazione con l’Unimc. Il primo premio è andato all’emozionata Camilla Amadio dello stesso liceo classico Filelfo di Tolentino, a seguire Erika Fracioni del liceo Leopardi di Macerata e Lorenzo Perfetti ancora del classico di Tolentino.
Strumento di valorizzazione delle eccellenze per il Filelfo, che con questa competizione intende promuovere lo studio della cultura classica e umanistica e dimostrare quanto il latino sia efficace strumento educativo, il Certamen Philelfianum, unico certamen nazionale di latino umanistico, rappresenta un momento culturale altamente significativo anche per il territorio, poiché con la sua denominazione, rende omaggio al celebre tolentinate Francesco Filelfo, uno dei più grandi restauratori delle lingue classiche della civiltà umanistica.
Destinata agli studenti della quarte e quinte classi dei licei classici, la gara, alla sua seconda edizione, consiste nella traduzione di brani in prosa, tratti da opere composte da illustri autori delle humanae litterae, operanti fra XV e XVI secolo e fondamentali per la formazione intellettuale dell’Italia e dell’Europa del Rinascimento. Il passo sorteggiato quest’anno alla prova, che si è svolta il 9 marzo, nell’attuale sede dei licei Filelfo, è stato tratto dal De viris illustribus dell’umanista Bartolomeo Facio, scelta che ha permesso ai concorrenti di cimentarsi in un’operazione culturale assolutamente originale e inedita, visto che dell’opera proposta non esistono traduzioni in nessuna lingua. L’iniziativa è resa possibile grazie al patrocinio e alla collaborazione dell’Associazione Filelfiani di Tolentino, presieduta dal dottor Franco Belluigi, che ha messo in palio il primo e secondo premio, mentre il terzo premio è stato offerto dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Macerata, dai cui membri sono composti il comitato scientifico e la commissione giudicatrice, presieduta dalla professoressa Silvia Fiaschi, grande studiosa della figura del Filelfo.
«L’educazione umanistica – ha detto la Fiaschi nel suo intervento introduttivo, volto a illuminare il significato profondo dei testi selezionati per la prova – non scinde mai quelle che sono le conoscenze disciplinari da quelle che devono essere le competenze etiche che deve avere chi studia arti che liberano il pensiero e ci rendono capaci di avere un senso critico». Durante la cerimonia di premiazione, tra gli affreschi di Luigi Fontana, alla presenza del sindaco Giuseppe Pezzanesi e della dirigente scolastica Santa Zenobi, degli studenti concorrenti e dei docenti, l’attento e affezionato pubblico ha potuto godere anche della suggestiva esibizione dei ragazzi del coro giovanile del “Filelfo”, diretto dal maestro Fabiano Pippa, e del giovane organista Riccardo Ricci che tra i rapimenti vocali di ritmi gospel e le sonate di Buxtehude hanno trascinato tutti in incanti d’altri tempi.