Il prete di Scampia all’istituto Bramante Pannaggi di Macerata. Don Aniello ha visitato i ragazzi dell’istituto, lasciando loro importanti lezioni di vita. «Quando mi dissero che sarei stato trasferito a Scampia non presi molto bene la notizia ma quando, dopo 16 anni, mi dissero che avrei dovuto lasciare i miei parrocchiani di Scampia, ho avuto la morte nel cuore». Scampia è uno dei quartieri più difficili di Napoli e di tutta Italia. Davanti alla platea di studenti attenti ha come «dopo la mia esperienza a Scampia ho voluto continuare ad impegnarmi per la legalità nella lotta alle mafie. La scuola è in prima fila per combattere l’illegalità che non è solo criminalità organizzata, ma è soprattutto corruzione in ambito amministrativo, sociale, lavorativo: questo è ormai il male della società».
Il famoso parroco ha esortato, quindi, gli studenti a studiare, ad impegnarsi per raggiungere con le proprie forze gli obiettivi prefissati, perché viceversa ricorrere alla “raccomandazione” alimenta solo la furberia, il voler aggirare gli ostacoli con delle scorciatoie e quindi l’illegalità. L’istruzione è fondamentale per contrastare la delinquenza e non accettare compromessi perché la mafia attinge proprio dalla sottocultura e dalla povertà. Dopo le numerose domande dei ragazzi, l’incontro si è concluso con la presentazione dei lavori degli alunni della classe 5B in ricordo dei giudici Falcone e Borsellino che hanno sacrificato la loro vita per la lotta alla mafia e con la proiezione di un video sulla legalità realizzato dal gruppo di Secignano di Don Aniello.