di Francesco Rossetti
Il primogenito è nato e probabilmente gode anche di buona salute. Maschio,”caparbio” ci ha messo un po’ a bere il primo latte attaccandosi alla mammella ma alla fine ce l’ha fatta. Ora si gode le visite dei più piccoli e delle piccole che desiderano accarezzarlo. Il cucciolo di asino venuto alla luce da mamma Flora, l’animale tenuto e accudito dall’allevatrice ginesina Federica Di Luca, titolare dell’agrinido della Natura che sul proprio profilo Facebook, racconta i momenti, anche difficili dopo il parto e all’inizio dell’allattamento.
«Arrivo in asineria ed è già buio; mi aiuta a vedere nella penombra la luminosità della luna quasi piena. Il cucciolo è ancora bagnato, in piedi, nelle prossimità della mamma – racconta Federica, la quale, preoccupata perchè il piccolo mammifero non riesce a trovare la mammella da cui deglutire il latte. «L’andamento del parto, i primi minuti di vita e le prime ore sono decisive per la sopravvivenza del cucciolo e per la costruzione del legame di attaccamento. Se qualcosa non va si arriva al rifiuto dell’asinello ed è poi molto difficile salvarlo. Alla base della vita c’è il riconoscimento».
Decide di intervenire «bagnando della stessa sostanza liquida sia la bocca del piccolo che la mammella stessa della madre in modo da offrire un indizio nella geografia corporea». Il mammifero però «ci vede poco, annusa continuamente la mamma in ogni parte del corpo alla ricerca del latte ma raggiungerlo non è facile perché bisogna abbassarsi molto ed i loro arti sono altissimi – prosegue poi Federica – ma alla fine, dopo ore, le mammelle sono sgonfie, il cucciolo ha preso il latte, ora è vigile e attento».
«Un legame di addomesticamento tra i più antichi» ha definito l’allevatrice il rapporto tra asini e uomini, un’esperienza da far conoscere ai bambini e alle bambine dell’agri infanzia, i quali si sono intrattenuti con gli animali tendendo loro carezze e porgendo a Flora carote, mais e pane secco da sgranocchiare. «Racconto la meraviglia della nascita, del primo contatto e dell’allattamento come la storia più potente della vita che riguarda e accomuna tutti. Il ponte tra animali e bambini si costruisce nelle storie di vita condivise. L’oscurità della notte custodisce e svela il mistero della nascita» spiega Federica mostrando le foto dei piccoli e delle piccole festanti intenti a giocare coi loro simili equini.
«E’ una speranza per il nostro processo di ricostruzione che ancora è nel pieno della relazione istituzionale- conclude Federica che subito dopo il sisma che ha lesionato alcune delle sue strutture, ha reagito con coraggio superando già molti ostacoli – mi auguro che a breve arrivi la certezza della rinascita»