La recensione dello spettacolo “Monsieur Ibrahim e i fiori del corano”, messo in scena sabato 13 e domenica 14 gennaio gennaio al teatro Politeama di Tolentino per la stagione del Teatro Nicola Vaccaj e in replica speciale per gli studenti del Filelfo lunedì 15 gennaio. I ragazzi dell’istituto Filelfo che partecipano al progetto “Voci dal Teatro” sono Francesca Mattiacci, Emma Scinti Roger, Edoardo Costantini, Michele Polisano, Chiara Mochi.
di Edoardo Costantini
Il 13 e il 14 gennaio è andato in scena al Politeama di Tolentino lo spettacolo “Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano”, terzo appuntamento della stagione teatrale di prosa Nicola Vaccaj. Il monologo, basato su uno scritto di Eric Emmanuel Schmitt, segna il ritorno della collaborazione tra Saverio Marconi e Gabriella Eleonori, dopo il grande successo di “Variazioni Enigmatiche”, rappresentato qualche anno fa.
Lo spettacolo si impernia sul personaggio di Mosè, un giovane tredicenne ebreo della Rue Bleu parigina, che, abbandonato dal padre, trova in un droghiere arabo, Monsieur Ibrahim, la figura paterna tanto agognata. A causa del suicidio del genitore, rifiuterà prima la madre, colpevole di averlo lasciato da piccolo, e poi, dopo una lunga battaglia legale, riuscirà a essere adottato dal droghiere, che lo condurrà in un viaggio verso la sua terra natia, viaggio che renderà Mosè libero ed esperto della bellezza della vita.
Il monologo è completamente recitato da Saverio Marconi, il quale riesce a coinvolgere emotivamente il pubblico per tutta la durata dello spettacolo, facendolo addentrare nelle vicende e nei risvolti intimi di un Mosè, ormai anziano, che racconta nei minimi dettagli la sua adolescenza, lontana nel tempo ma mai così attuale. Infatti, a detta dei due ideatori dello spettacolo, questo testo “è un punto di incontro tra due culture in guerra fra di loro”, in cui un ebreo arriva addirittura in contato con il Corano, il libro sacro della religione islamica. Saverio Marconi, inoltre, riguardo alle vicende del suo personaggio, precisa che Monsieur Ibrahim “ha insegnato la vita a Mosè”, ovvero, senza comandi e imposizioni, ma con esempi e diversi aiuti (ad esempio il sorriso), ha reso Mosè emancipato e, soprattutto, amante della bellezza della vita, salvandolo dal baratro, in cui stava per cadere. Il tutto è stato reso più coinvolgente ed intimo grazie alla scelta del Politeama e ad una scenografia semplice, con una stanza arredata alla maniera araba, mezzi con i quali Saverio Marconi ha risposto al suo scopo finale, cioè di “uscire dai teatri per trovare un rapporto intimo con il pubblico”.
La stagione teatrale Nicola Vaccaj ritorna il 6 febbraio 2018 alle ore 21:15 al Teatro Don Bosco con lo spettacolo “L’inquilina del piano di sopra”.