di Francesca Urbani
La nostra regione ha scelto di mettere nel proprio marchio un picchio, ma di volatili sopra le nostre teste ne girano parecchi: alcuni sono disturbanti e sporchi pensate ai piccioni, altri sono passeri o, pettirossi. Nella fauna locale si nasconde un insospettabile passeriforme piccolo, della famiglia dei certidi, lungo fino ai 12 centimetri e dal peso di dieci grammi massimo. Un animaletto con un sopracciglio bianco e dal corpo grigio scuro e marrone sopra, con la pancia quasi bianca che sfuma nel beige e nel bruno rossiccio: colori che gli permettono di mimetizzarsi sui tronchi per questo è quasi impossibile avvistarlo.
Il rampichino fa parte della fauna della riserva naturale dell’abbadia di Fiastra, ama le piante di alto fusto per questo sta nei parchi ed anche nei boschi, nei frutteti o nei castagneti, Degli alberi più grandi ama principalmente le latifoglie come le querce, alberi di grandi dimensioni, sulla cui corteccia può trovare insetti e larve in abbondanza e poi può anche nidificare in aprile e luglio nelle loro cavità. Si arrampica sui tronchi muovendosi disegnando una spirale appoggiandosi alla sua coda. Essendo un animale sedentario rimane lì, appollaiato, sorvegliando la sua zona perché è una specie molto protettiva del proprio ambiente. Costruisce il nido dentro le spaccature dei tronchi o dietro pezzi di corteccia piuttosto grandi e lo fa due volte l’anno ad aprile e a giugno, deponendo da 7 a 9 uova che vengono covate per una quindicina di giorni circa da entrambi i genitori. I piccoli resteranno con loro per circa quindici giorni fino a che non si involeranno da soli. Se sentite, quindi, un richiamo che inizia piano per innalzarsi su toni molto acuti, forse, lo avete trovato e sta chiamando gli altri uccelli della stessa specie o è nel periodo di corteggiamento. Rimane solo una cosa da fare per cercare di scovarlo, allora, fare un giro all’abbadia di Fiastra aguzzando la vista e “mirando” ai tronchi.