“Andremo all’origine del Tempo e dello Spazio e parleremo dei terremoti”, ha iniziato così la sua lezione il geologo Peppino Ciriaco, invitato dagli alunni della IV C per rispondere ai loro tanti perché.
Il geologo, papà di una bambina della classe, ha spiegato come le due cose, Big Bang e terremoti, possano sembrare apparentemente lontane nel tempo, e che in realtà lo sono, ma anche di come siano collegate; infatti per capire cosa succede quando c’è un terremoto bisogna conoscere la Terra, capire la sua storia, come si è formata insieme a tutto quello che ci sta intorno.
Ha parlato dell’argomento con grande chiarezza, coadiuvato dall’apporto di interessanti slides, che hanno catturato l‘interesse e la fantasia dei bambini i quali hanno “tempestato”, usando una metafora cosmica, di domande l’esperto durante il suo intervento.
Al termine della lezione il geologo Peppino Ciriaco ha mostrato alla classe, entusiasta e curiosa, alcuni “tesori” delle varie ere geologiche; campioni di roccia rinvenute durante le sue ricerche.
Cosa studia la geologia?
«È una branca delle scienze naturali che abbraccia di tutto: dalla storia dell’universo fino alle cose più vicine a noi, come i terremoti».
Cosa fa il geologo?
«È ampio lo spazio nel quale il geologo può lavorare ; dal dissesto idrogeologico, alla salvaguardia dell’ambiente al riciclaggio dei rifiuti; dal campo minerario alla ricerca del petrolio; dalle frane ai terremoti».
Ma cosa c’era all’inizio?
«Niente: né spazio, né tempo; c’era il vuoto. In un solo puntino, più piccolo della testa di uno spillo, si era concentrata tutta l’energia che c’è attualmente nell’universo; poi 14.000.000.000 di anni fa c’è stata una forte esplosione, così forte che ancora oggi si sente nella spazio perché gli studiosi sono riusciti a captarla, ed in una frazione di secondo l ‘universo crebbe dalle dimensioni inferiori di quelle di un singolo atomo a quelle di un’intera galassia e continuò, continuò…Dopo appena un secondo di vita l’energia si era trasformata in materia».
Ma gli studiosi come hanno fatto a capire che c’era questo piccolo punto di energia?
«Premesso che studieremo sempre, ti dico che in Svizzera c’è un laboratorio, il Cern, dove sotto terra c’è una galleria a forma di ciambella, lunga diversi km dove gli scienziati cercano si simulare e ricostruire quello che è accaduto; facendo andare veloci fasci di luce , provocano lo “scontro“ di particelle, osservano e capiscono le dinamiche e le conseguenze dell’esplosione».
Cioè loro “scontrano” l’energia?
«Scontrano due fasci di luce; siccome la luce ha una doppia natura, le particelle scontrandosi, qualcuna si annulla, oppure i pezzi di ogni particella vanno a destra o a sinistra; gli studiosi ne captano le tracce e capiscono molte cose».
La Terra stava dentro quel pallino?
«No, quel piccolo punto conteneva solo energia, la materia ancora non si era formata; con l’esplosione tutti i singoli pezzetti di energia si sono propagati nello spazio circostante. Ancora oggi si allontanano dal punto iniziale… per questo si dice che l’universo è in espansione».
Ma se l’universo ancora si sta espandendo allora cosa c’è oltre?
«C’è il vuoto. Ma questa è una domanda difficile! Anche gli studiosi devono sforzarsi per intuire cosa ci sia oltre, perché noi siamo abituati ad avere come riferimento degli spazi fisici e leggi fisiche».
Il vuoto è lo spazio?
«No! Una cosa è il vuoto, una è lo spazio; il vuoto è nulla, non ci sono particelle, non c’è aria, non c’è gas, non c’è niente: nello Spazio ci stanno delle cose».
Cosa c’è allora nello spazio?
«Nello spazio ci sono tante cose: i corpi celesti, la luna, la terra, il ghiaccio, meteoriti…»
Come si sono formate le stelle?
«Le particelle di materia che si erano disperse nello spazio iniziarono a raggrupparsi e formarono le prime stelle».
E le galassie?
«Le nuove stelle si unirono in grossi ammassi stellari che divennero le prime galassie fatte di stelle, gas, polveri. Di galassie ce ne sono miliardi; la nostra è la Via Lattea, dove si formarono anche il Sole e la Terra».
Quindi ecco la Terra?
«Si, ma all’inizio la terra era talmente calda che sembrava una palla di lava incandescente!!! Solo dopo 500 milioni di anni cominciò a raffreddarsi e si formò la crosta terrestre, mentre all’interno la temperatura era altissima; quel gran calore provoco vapore acqueo, quindi piogge e le piogge gli oceani».
E i terremoti?
«225 milioni di anni fa tutte le terre emerse dagli oceani formarono un “supercontinente”, che 200 milioni di anni fa cominciò a dividersi nei vari continenti che iniziarono ad allontanarsi l’uno dall’altro, come zolle che si scontrano o si allontanano: da questi movimenti sono originati i terremoti.
I movimenti delle zolle sono molto lenti, ma continui ; per questo motivo, nel corso della storia della terra, l’estensione e la forma di continenti ed oceani hanno subito importanti trasformazioni».
Ci fai un esempio?
«Certo. Dallo scontro della zolla africana con la zolla Eurasia sono nate le Alpi».
Ma perche ancora oggi ci sono i terremoti? Ormai i continenti si sono formati?
«Si certo, ma al centro della terra c’è ancora tanta energia, e la crosta terrestre in alcuni punti è più fragile: si sono formate le cosiddette faglie, e quando l’energia accumulata supera il punto critico di resistenza delle rocce, avviene una repentina e intensa frattura che produce una serie di onde elastiche, dette onde sismiche, le quali si propagano in superficie e vengono avvertite. Questo è il terremoto».
Ma che possiamo fare contro il terremoto? Si possono evitare le scosse sismiche?
«Per impedire fenomeni sismici sono stati fatti dei tentativi,intervenendo nel sottosuolo per scaricare gradualmente le tensioni accumulate, facendo iniezioni di sostanze fluide lubrificanti o con esplosioni nucleari di piccola potenza.
I risultati sono stati difficilmente valutabili.
Maggiori progressi sono stati invece realizzati dall’ingegneria antisismica, in grado si progettare edifici capaci di resistenza a scosse di maggiore entità e salvare tante vite».
Articolo realizzato dagli studenti e dalle studentesse della 4C della scuola elementare “Enrico Medi” di Porto Recanati con il coordinamento degli insegnanti Paola Moroncini e Paolo Caponi.