domenica, Novembre 17, 2024

Nelle Marche Inferno,
Purgatorio e Paradiso:
intervista a Dante Alighieri

MACERATA - Gli alunni della 3°E del liceo scientifico statale Galilei hanno 'incontrato' il sommo poeta che ha raccontato dell'ispirazione presa nei territori della regione

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Il sommo poeta

Nel mezzo del percorso degli studi tutti i ragazzi si imbattono in Dante Alighieri, sommo poeta fiorentino, amante dei territori italici, specialmente delle Marche, “quel paese che siede tra Romagna e quel di Carlo” (Divina Commedia, Purgatorio, V, 68-70). In grado di far vivere un Inferno, innalza il sospiro degli studenti fino al Paradiso all’idea di poterlo intervistare, ma per chiedere cosa?

Immaginiamoci alla sua presenza:

Ci scusi, ma è proprio lei, Dante Alighieri? Il padre della letteratura italiana? Potremmo farle alcune domande?

“Certamente, giovani! Come potrei altrimenti guidarvi verso la diritta via?”

Nel suo poema abbiamo riconosciuto diversi luoghi a noi familiari. Ma è proprio vero che si è ispirato alle Marche per l’ambientazione di celebri passi della Commedia?

“Come avrei potuto non citare una regione che offre paesaggi di cotanta bellezza?”

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Una statua di Dante Alighieri

Ci sta dicendo quindi di aver trovato il Paradiso nelle Marche?

“Non solo, anche l’Inferno ed il Purgatorio. Loreto, la casa di Nostra Donna, in sul lito adriano (Paradiso, XXI, 121-123), mi è sembrata una città sublime a cui ispirarmi per la descrizione di un regno tanto ameno: così come Montefeltro ha attirato il mio animo per la rappresentazione della cantica intermedia (Vassi in San Leo…, Purgatorio, IV, 25-42)”.

E l’Inferno?

Dante Alighieri – “Ovviamente Gradara, città dei due amanti che ‘nsieme vanno e paiono sì al vento esser leggeri (Inferno V, 74-75) che mi sembrò scenario ideale per un delitto passionale”.

Tanto bella la regione, quanto disprezzato il volgare! Qual è il suo alibi?

“Alquanto disarmonico ed inelegante, come mostrato nella Canzone del Castra, fieramente composta in un dialetto fermano, che la priva di tutto il suo splendore”.

“Va bene, va bene, per questa volta è giustificato! Il dovere ci chiama. Arrivederci!”

“No, no, attendete ancora un attimo. C’è un altro paese a me caro che vorrei ricordare! Era il 1319 ed il mio amico Cino da Pistoia era appena diventato giudice della Curia Generale di Macerata, dove visse fino al 1321. Conoscete per caso questo posto?”

“Certo, ospita addirittura la nostra scuola! Grazie mille per il tempo che ci ha dedicato!”

*Articolo realizzato dalla classe 3°E Liceo Scientifico Statale “G.Galilei” Macerata

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