Negli ultimi anni la nostra società ha conosciuto un rapido sviluppo delle moderne tecnologie con grande popolarità soprattutto tra le nuove generazioni. Il livello di conoscenza delle opportunità che il digitale ci offre è molto alto. Meno quello dei rischi a cui ci espone. Una semplice chat su qualunque social network può sembrare insignificante, ma è nell’interesse delle grandi aziende ricostruire i profili degli utenti per utilizzarli a scopo commerciale. Un esempio particolare è quello dei cookies:
Sono dei file di testo in cui sono scritte informazioni riguardo il sito visitato e il dispositivo usato per navigare, per poi essere riproposti in situazioni successive quali le pubblicità; il Cookie identifica l’utente che visita un determinato sito attraverso un numero, di conseguenza nel caso in cui tale sito venga visitato di nuovo ci saranno impostazioni personalizzate riguardo le sue preferenze. Ciò può sembrare un meccanismo innocuo, ma rappresenta un sistema di controllo su coloro che frequentano il web. Purtroppo tale principio può sfociare in atti di violazione della privacy, tutti sono costantemente sorvegliati come se partecipassero ad una sorta di “Grande Fratello mondiale”.
A questo proposito il docente Margo Seltzer di Harvard sostiene che sarebbe meglio rinunciare alla stessa idea di privacy poiché di fatto è morta. Nei casi più estremi, come si evince dagli articoli di cronaca, tutto ciò può intaccare anche personaggi di spicco nel panorama politico e pubblico, dando così origine ad una forma di cyber spionaggio potenzialmente pericoloso a livello diplomatico. Benché queste siano situazioni particolari che interessano una ristretta cerchia di individui si può comunque tutelare il proprio diritto alla riservatezza con semplici azioni quotidiane. Per esempio potrebbe risultare utile scegliere password complesse e cambiarle frequentemente, prestare attenzione a siti e link soprattutto per lo shopping online, non fornire informazioni personali e segnalare eventuali mail indesiderate; inoltre è possibile limitare ai più piccoli l’accesso ad internet attraverso un filtro famiglia. Con tali piccoli accorgimenti, come afferma il presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, si può “essere liberi e allo stesso tempo connessi”.
Articolo a cura di: Valeria Angeletti, Carlo Concetti Carlo, Edoardo Florio, Alice Luchetta della classe III E del liceo scientifico statale “Galileo Galilei” di Macerata