Nonostante il clima piovoso splende l’ottimismo e la soddisfazione sulla giornata inaugurale del primo Macerata School Festival. Il ciclo di incontri nati dalla collaborazione tra l’università di Macerata e l’amministrazione comunale nasce sotto una buona stella, quella del grande pedagogista innovatore Mario Lodi a cui è stata dedicata questa giornata introduttiva. Il festival, che si è aperto oggi e continuerà fino al 9 ottobre (leggi l’articolo), è stato salutato dal rettore uscente Luigi Lacchè come “una grande idea sotto gli occhi di tutti ma che non era stata ancora colta” e già è nell’aria una seconda edizione ancora più grande e coinvolgente. Alle 15, nell’aula magna dell’università, i saluti delle autorità hanno preceduto la giornata di studi su Lodi dal titolo “Abbiamo lasciato un segno a chi vuol continuare”.
Tra i relatori anche Cosetta Lodi, figlia del famoso maestro. «Un festival che doveva essere già fatto vista la grande tradizione che abbiamo qui a Macerata in campo educativo – dice il sindaco Romano Carancini – Ora che abbiamo iniziato a lavorarci ci stiamo rendendo conto che abbiamo tra le mani una miniera ancora inesplorata che possiamo legare a tantissimi aspetti della cultura e della nostra storia. Vogliamo far comprendere che la scuola non è solo andare a scuola ma deve essere un pezzo centrale della nostra società e la strada di chi vuole arricchirsi di beni non materiali. E’ un percorso da fare tutti insieme, non si possono mandare avanti solo le avanguardie. Sono sicuro che il Macerata School Festival è un’impresa che farà parlare di noi».
Di fronte a una platea composta da tante giovani future insegnanti l’assessore alla scuola Stefania Monteverde lancia tre riflessioni. «Il festival già sta mostrando i suoi effetti per tre ragioni. La prima riguarda la spinta disgregatrice a cui siamo sottoposti. Il terremoto sta mettendo la città in seria difficoltà proprio riguardo gli istituti scolastici ma il nostro impegno è nella direzione di assicurare a tutti la possibilità di studiare in edifici sicuri. La seconda riguarda il nostro atteggiamento nei confronti della riforma e della legge 107, è importante tenere bene a mente i principi di Mario Lodi per vedere in questi cambiamenti sia i punti di forza che le debolezze. L’ultima la chiamo ‘ritorno al cestino’ che rappresenta il mettere in discussione il sistema educativo pubblico, a partire dal servizio mensa come sta già avvenendo in alcune parti d’Italia. Tramite Mario Lodi vogliamo anche difendere ciò che in passato è stato creato».
Presente anche il direttore del dipartimento di scienze della formazione, Michele Corsi: «Siamo qui per far incontrare i mastri e dire che la loro azione deve aprirsi al mondo, alla formazione civile, democratica e politica per una scuola che sia veramente popolare. Anche qui abbiamo un grande esempio in Lodi nella sua riscrittura della Costituzione in un linguaggio che fosse comprensibile ai bambini».
Dopo il convegno, moderato dalla professoressa Anna Ascenzi, direttrice del museo della scuola, il folto gruppo si è spostato negli ex locali della tipografia operaia, recentemente restaurati e che ospiteranno fino al termine del festival, la mostra fotografica dell’attività di Lodi. «E’ un onore inaugurare questa mostra – dice Cosetta Lodi – ne parlano già in tutta Italia e spero che le università la riconoscano e la valorizzino. Il luogo è inoltre simbolico perchè mio padre usava il limografo per stampare il giornalino della scuola e ora viene ricordato proprio in una tipografia dove sono stati stampati sicuramente materiali didattici». Al taglio del nastro anche il sindaco e il rettore Luigi Lacchè. Il prossimo appuntamento del Macerata school Festival è per il 26 settembre. Per informazioni sugli eventi leggere il programma.