di Michele Carbonari
Esordisce a 17 anni nella Lube e realizza il primo punto con i “grandi” nella manifestazione regina: la Champions League. Mercoledì scorso, 26 gennaio, sarà un giorno che lo schiacciatore, e all’occorrenza anche opposto, Gaetano Penna non dimenticherà mai: nel secondo set contro Maribor entra e mette a terra il 23-14 (leggi l’articolo). Un sogno che si avvera, un primo passo per mettere le basi della sua carriera pallavolistica, ma consapevole che la strada da fare per entrare nell’olimpo del volley sarà ancora tanta. Originario della Campania, da quasi quattro anni vive fra Macerata e Civitanova, coltivando l’ambizione di scrivere un’importante pagina sportiva. Il giovane classe 2004 si racconta a Cronache Maceratesi Junior.
Chi è Gaetano Penna?
«Vengo dalla Campania, esattamente da Montoro, in provincia di Avellino. Mi sono trasferito a Macerata nel 2018. Il primo anno ho vissuto a Macerata perché la foresteria era in città, ma la Lube era già a Civitanova, dove mi sono spostato l’anno dopo insieme alla mia famiglia. Adesso frequento il quarto anno di ragioneria a Civitanova Alta, mentre prima ho studiato all’Itis di San Severino e poi in quello di Fermo».
Com’è nata la passione per il volley?
«Gioco da quando ero piccolissimo, neanche mi ricordo bene. Me l’ha trasmessa mio padre, anche lui pallavolista. Ho girato diverse squadre: l’Indomita Salerno, Rione Terra Volley Pozzuoli e Cus Salerno, l’ultima società in cui ho militato prima di approdare alla Lube».
Com’è avvenuto il trasferimento in biancorosso?
«In seconda media ho voluto fare un provino con la Lube, proprio per conto mio, ho chiesto io di farlo. Quell’anno non sono andato, forse perché mia madre voleva che finissi giù le scuole medie. Dopo la terza sono partito».
In quale ruolo giochi?
«Io sono sia schiacciatore che opposto, mi adatto in entrambi i ruoli. Ovviamente faccio quello che vuole l’allenatore e quello che c’è bisogno di fare».
Da quando sei nel giro della Serie A?
«Ad inizio stagione mi sono aggregato subito con i grandi, poi mi sono allenato anche con i ragazzi della mia età, con i quali invece giocavo sempre le partite. A volte mi è capitato di fare anche doppia seduta di allenamento. Poi, se c’era bisogno, andavo in panchina con la Serie A».
Come ti trovi con i compagni della prima squadra?
«Ho un rapporto bellissimo con tutti, mi ci trovo davvero bene. Loro sono grandi quindi mi danno parecchi consigli, soprattutto quando qualcosa non va. Mi insegnano tante cose nuove. L’allenatore è molto bravo. Per il momento va tutto bene».
Tornando a mercoledì, ti aspettavi di scendere in campo?
«La mattina non ero all’allenamento perché avevo scuola. Dunque ho pensato che non sarei entrato, visto che non mi era capitato neanche in precedenza. Poi ho notato che il risultato era a nostro favore e quindi un po’ ci ho sperato, come sempre».
Che emozione hai provato?
«Stranamente, l’ho vissuta molto tranquillamente. Ogni tanto mi prende l’ansia, ma questa volta no. Forse perché sono abituato a stare con campioni mondiali: allenandomi con loro ho acquisito questa tranquillità e sono entrato pensando a fare le cose in maniera corretta».
Chi sono i tuoi idoli?
«Da piccolo guardavo i video su Youtube di Juantorena, Zaytsev e Simon, tutti giocatori che sono qui alla Lube. Sognavo proprio di essere in mezzo al campo con questi giocatori. È un sogno che si realizza. Man mano sto raggiungendo dei piccoli obiettivi.
A proposito, quali sono le ambizione future?
«Quest’estate c’è l’Europeo under 20, quello della mia annata. Spero di essere chiamato, ovviamente dovrò impegnarmi, e magari provare a vincere. Questo è uno degli obiettivi più vicini, come fare qualcosa di importante anche con i ragazzi della mia età alla Lube. All’inizio siamo partiti un po’ così così, ma adesso siamo secondi. Ora il campionato si è fermato a causa del Covid, ma voglio aiutare la squadra ad arrivare più avanti possibile, sia in Serie C che nel campionato giovanile».
Invece, qual è l’obiettivo a lungo termine?
«Quello che tutti i ragazzi vorrebbero: diventare un gran giocatore di pallavolo, vincere con il club e in nazionale. Ma c’è molta strada da fare».
La pallavolo impegna parecchio del tuo tempo, ma hai anche altre passioni?
«Mi piace molto la musica, ne ascolto davvero tanta: dall’elettronica alla latino americana, quella italiana, rap, trap e hip pop. Mi piace proprio ascoltare. Alle medie, nell’orchestra scolastica, suonavo l’eufonio, uno strumento che fa parte della famiglia delle trombe. Ad un certo punto dovevo scegliere fra il volley e il musica. Scelsi la prima perché non potevo rinunciare, vado in giro con il pallone sulle mani fin da bambino».
Lube in formato Champions, Maribor spazzato via in tre set E c’è l’esordio del 17enne Penna