Droga, l’informazione per prevenire. Enrico Comi, ex tossicodipendente, autore di un libro e di uno spettacolo teatrale, parla ai ragazzi e ai loro genitori, per CitaNO’ alla Droga. Tante sono state le testimonianze nei giorni scorsi di chi ha vissuto sulla propria pelle il dramma droga. Numerosi incontri in spiaggia, nelle piazze e in discoteca con i giovani per sensibilizzare sui rischi delle “sostanze” e per tentare di analizzare le cause del fenomeno delle dipendenze patologiche, in particolare alle droghe.
Enrico Comi alias Rico. Un’adolescenza burrascosa. L’abuso smodato di alcool e droghe ti ha portato alle porte del “non ritorno”. Nelle prime battute del tuo libro ed anche nello spettacolo teatrale “StupeFatto” narri la tua giovinezza. Dici che a 13 anni sapevi che le droghe facevano male. Ma allora perché hai iniziato ad usarle? Sono stati gli amici a convincerti?
«Prima di tutto non possiamo mai incolpare nessuno dei nostri errori. Troppo facile incolpare gli altri. Ho deciso di farlo e nessuno mi ha costretto o obbligato. Si, sapevo che le droghe causavano danni. Avevo un parente stretto tossicodipendente e non nego che ero quasi impaurito da quel mondo. A 13 anni ero anche convinto che non lo avrei mai fatto per nessuna ragione al mondo. Poi è cambiato tutto nell’arco di soli 15 minuti. Mi sono ritrovato in compagnia di un fumatore di cannabis (nota anche come marijuana, erba e almeno altri trecento nomi diversi). Era la prima volta che qualcuno usava questa roba vicino a me ed ero preoccupato per lui. Per la sua salute. Dato che sapevo che facevano male, mi aspettavo che potesse star male. Invece è successo l’esatto opposto. Dopo aver fumato ha iniziato a ridere e scherzare. Lo vedevo allegro e brillante. Così mi è sorta la prima domanda: “Com’è possibile che, utilizzando una sostanza tossica, uno si diverte?” Ho rivolto a lui questa domanda ed ho avuto risposte del tipo: non è una droga, non crea dipendenza, smetti quando vuoi, non ha mai ucciso nessuno, è usata come medicina ed altro ancora. Tutte informazioni positive. Poco più tardi ha preparato una nuova canna. Ho pensato: non fa male, smetto quando voglio, è innocua, ti diverti ed ho deciso di farlo. Farlo con l’estrema convinzione di volermi divertire senza farmi del male».
Quello che ti aveva detto era vero o falso?
«Vediamo le cose una per volta. Smetti quando vuoi. Quanti ne ho visti smettere? Tendenzialmente, chi inizia, tende ad incrementare o diminuire le dosi. Non crea dipendenza. Forse le prime volte ma uno che fuma tutti i giorni da tempo non riesce a stare una settimana senza fumare. Viene usata come medicina. Certo, tutte le sostanze tossiche sono usate come antidolorifici. Alcune anche come sonniferi o stimolanti. Restano comunque sostanze tossiche per l’organismo. Certo che se una persona ha un forte dolore ed assume un antidolorifico, il dolore cala e sta meglio. Ma l’antidolorifico non guarisce la malattia. Si limita a dare temporanei momenti di sollievo. Alcuni dicono che la canna fa meno male della sigaretta. Poi, preparano le canne usando il tabacco proveniente dalla sigaretta. Se nella canna è presente il tabacco, secondo te è possibile che la canna faccia meno male della sigaretta? Esistono anche altri modi per fumare una canna. Anche senza tabacco. Abbiamo comunque una sostanza che brucia ed aspiriamo nei polmoni monossido di carbonio e catrame. Il nostro corpo non è predisposto per ricevere queste schifezze. Infatti l’uso medico non prevede il fumare ma l’assunzione tramite tisane, pastiglie o vaporizzazione. Il punto è che chi fuma, nel tentativo di giustificare con la sua coscienza quello che fa, cerca di aggrapparsi a queste informazioni false. Anche chi usa la cocaina dice che la controlla. Chi usa l’eroina dice che non è grave se la fuma. La cosa importante è non usare le siringhe. Chi usa le siringhe ti dice che lui smette quando vuole. Pertanto, non si sente un drogato. Tutti mentono a loro stessi, ognuno cerca di accettare quello che fa, ma la realtà è ben diversa».
Perché è difficile far capire ad un consumatore che deve smettere?
«Quando una persona sta molto male, febbre altissima, stati di shock per lesioni gravi o situazioni simili, la sua mente ha una reazione contraria. Come un impianto elettrico che va in cortocircuito si disattiva per evitare incendi, la mente disattiva la connessione con il corpo per aiutarci a superare momenti molto difficili. Le droghe sono sostanze velenose che aggrediscono l’organismo. Quando vengono assunte causano un doloroso e violento impatto sull’organismo. Oltre a far scattare l’effetto antidolorifico, la nostra mente ci conduce in uno stato dove il contatto con il corpo ed il mondo reale che ci circonda è vago e poco percettibile. Così la persona si ritrova a pensare cose vaghe e illusorie. Utilizzando la propria creatività e fantasia, questo “mondo parallelo” diventa piacevole. Se il veleno è debole siamo ancora parzialmente in contatto con la realtà. Se il veleno è molto aggressivo si arriva ad avere veri e propri stati di allucinazioni. Ricapitolando: Il veleno attacca il corpo e causa uno stato di dolore che la persona non può sentire. Il veleno sta agendo anche da antidolorifico. L’assuntore non percepisce il danno fisico ma percepisce la reazione mentale che “regala” una sensazione di benessere. Uno sta meglio perché in realtà il suo corpo sta malissimo. Ma egli stesso è incapace di avvertire alcun dolore. Per cercare di smettere bisogna deve capire che la droga è dannosa e distruttiva e che può compromettere drasticamente il suo futuro. Se il consumatore è convinto di fare una cosa innocua e piacevole, come può capire che deve smettere? Per questa ragione, chi ha iniziato da qualche mese o anno difficilmente capisce che deve smettere. Soltanto dopo molti anni, quando l’organismo sarà devastato e la persona cercherà di smettere, si renderà conto del vero danno che le droghe gli anno causato. Per moltissimi è troppo tardi. Ora è difficile recuperare la propria capacità e volontà di affrontare le astinenze fisiche e mentali per poter tornare a vivere una vita felice senza usare droghe o alcool. Per non parlare di alcuni che non capiranno mai che devono smettere e continueranno ad usare droghe, siano a quando tutto ciò non li condurrà alla morte».
Parli dell’alcool come una vera e propria droga. Perché?
L’alcool è una sostanza che crea dipendenza, si è costretti ad aumentare le dosi, può causare facilmente danni irreparabili. In Italia muore una persona ogni 26 minuti a causa dell’alcool. Per tutte le altre droghe messe insieme molti meno. Poi, quando una persona cerca veramente di smettere, capisce che l’astinenza fisica è affrontabile. Quella mentale è di gran lunga più complessa. Per un alcolista, la voglia di usare alcool potrebbe non passargli mai (come molti sostengono). L’alcool lo ritroviamo ad ogni angolo di strada, in ogni market, nella pubblicità televisiva ed altro. Chi usa altre droghe, quando cerca di smettere, non si ritrova la sostanza pubblicizzata in Tv o sopra il banco nel negozio di alimentari. C’è anche da dire che molte persone consumano piccole quantità di alcool. Un bicchiere a tavola, giusto per il gusto della bevanda, non significa drogarsi di alcool. In questo caso la persona non ricerca effetti mentali in quello che fa. Non è costretta ad aumentarne i dosaggi per continuare a provare l’ebrezza, sentirsi brillo o alla peggio ubriaco.
Come hai fatto a capire che dovevi smettere?
Sono stato in coma due volte in soli tre giorni. Avevo 21 anni ed il secondo coma è stata un’esperienza che mi ha segnato. Gli amici mi hanno abbandonato in coma. Potevano aiutarmi ma hanno preferito rubarmi delle dosi e scappare. Però non voglio raccontarvi tutto. Preferisco invitarvi ad un evento importante che si terrà a Sirolo il prossimo 6 agosto alle 21 al teatro Cortesi in piazza Franco Enriquez. Andrà in scena lo spettacolo pluripremiato che sta riscuotendo un enorme successo: StupeFatto avevo 14 anni, la droga molti più di me.
Un consiglio per i giovani?
Se le droghe vi incuriosiscono non provatele per vedere cosa succede. È come dire: provo a fare un incidente in motorino per vedere se mi faccio male e se distruggo la moto. I tossicodipendenti non maledicono l’ultima dose ma la prima canna. Il giocatore d’azzardo maledice la prima vincita. Abbiamo l’intelligenza e la capacità per capire le cose senza doverle provare. Chiedi informazioni, ma non a chi le usa, lui deve giustificare quello che fa con la sua coscienza, è la persona meno adatta per attingere informazioni. È come chiedere ad un capo della mafia se lo stato è onesto oppure se è meglio diventare mafiosi. Cosa vuoi che ti risponda. Cerca una comunità vicino a te. Scrivi a loro delle mail con le tue domande. Parla con i tuoi genitori. Scrivi a me se vuoi oppure cerca informazioni su siti istituzionali ed ufficiali evitando forum e spiegazioni dei consumatori. Poi decidi cosa fare della tua vita, sono certo che deciderai la cosa più giusta!