martedì, Novembre 26, 2024

Ricostruiamo le scuole,
non basta che siano a norma

Fondamentali rapidità e sicurezza, ma la progettazione dei nuovi edifici scolastici va condivisa e deve coinvolgere in tutte le fasi le comunità, gli operatori e gli esperti di vari settori interessati

 

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di Paola Nicolini* e Paolo Coppari**

Si è da poco concluso un anno difficilissimo per gli istituti scolastici dell’entroterra maceratese colpiti dal terremoto, con scuole delocalizzate nei paesi della costa, altre dislocate in tensostrutture, in spazi commerciali e aziendali oppure nelle casette di legno del terremoto del 1997.
Si sta per aprire dunque una nuova stagione scolastica densa di problemi e di scelte che inevitabilmente peseranno sul futuro delle comunità.
Di tutto ciò abbiamo discusso nel convegno di Caldarola del 17 giugno scorso, da noi organizzato in collaborazione con Action Aid e CittadinanzAttiva. Recentemente è stata emanata l’ordinanza 33 dell’11 luglio 2017 che prevede un programma straordinario per la riapertura delle scuole distrutte o gravemente lesionate dalle scosse di terremoto, mediante interventi di ricostruzione (la maggior parte) o di adeguamento sismico. Entro l’11 novembre, cioè 120 giorni dall’entrata in vigore dell’ordinanza, i Comuni interessati (prevalentemente marchigiani e, in particolare, maceratesi) dovrebbero presentare i progetti esecutivi al Commissario straordinario .
A tale proposito, se comprendiamo la necessità che la ricostruzione avvenga in tempi rapidi e con i criteri utili alla sicurezza, allo stesso tempo rivendichiamo che la progettazione dei nuovi edifici scolastici sia condivisa e coinvolga in tutte le fasi le comunità, gli operatori della scuola e gli esperti di vari settori interessati.
Pur convivendo la possibilità accordata agli enti locali di elaborare progetti esecutivi, riteniamo di fondamentale importanza evitare il rischio e il pericolo della frammentazione e del localismo, mediante l’adozione di linee guida comuni, affinché le future scuole, oltre a essere a norma, rispondano a modelli educativi innovativi e creativi, con ambienti di apprendimento accoglienti, dinamici, inclusivi e aperti all’intera comunità.
Da queste preoccupazioni, condivise in occasione del Convegno di Caldarola con dirigenti, docenti, operatori della scuola, comitati di genitori, ingegneri e architetti, ricercatori del settore, è nata l’esigenza di lanciare la proposta di un manifesto che possa fornire la base per l’elaborazione di linee guida nella (ri)costruzione delle nuove scuole.
Invitiamo a farlo circolare, a farne oggetto di discussione e di dibattito, inviandoci integrazioni e arricchimenti, riflessioni e proposte operative. All’interno del Festival della scuola, che si terrà a Macerata alla fine di settembre, organizzeremo un incontro durante il quale lanceremo la sottoscrizione vera e propria.

*Paola Nicolini, Università di Macerata
**Paolo Coppari, Istituto storico Macerata

Scarica il manifesto

manifesto_ricostruzione

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1 COMMENT

  1. Avevo già avuto modo di scrivere, ed ora lo ribadisco, che non va sottovalutato l’appello delle madri di Pieve Torina che chiedevano di ricostruire le scuole, ma cercando di mettere insieme più comuni per evitare che i loro figli si ritrovassero inseriti, per tutto il periodo della scuola dell’istruzione obbligatoria, in pluriclassi, nelle quali certamente la formazione risulterebbe oltremodo carente e non favorirebbe la socializzazione. La motivazione nasce dal fatto che la denatalità è sempre più crescente, ma avrebbe comunque un forte impatto pedagogico positivo.

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