giovedì, Novembre 21, 2024

La risposta al terrorismo:
“No tinc por”, non abbiamo paura

BARCELLONA - Nella realtà, come nelle fiabe, esistono purtroppo persone cattive che commettono cose atroci e terribili, ma anche per fortuna persone che si danno da fare per aiutare e per soccorrere. Ieri in migliaia hanno affollato piazza Catalogna e la rambla per far sentire tutti insieme la loro voce

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Paola Nicolini

di Paola Nicolini*

Sembra impossibile che, mentre c’è il sole e ci possiamo godere le vacanze dalla scuola, al mare, in montagna, nel parco sotto casa, mentre il caldo suggerisce di rilassarci, di giocare con l’acqua e di fare passeggiate appena l’aria rinfresca verso sera, possano succedere cose brutte come quelle di cui certamente hai sentito parlare, dalla televisione o nei commenti che gli adulti fanno quando parlano tra di loro. Hai forse preso qualche parola qua e là, anche nelle telefonate che ha fatto chi aveva amici a Barcellona in questi giorni, per assicurarsi che stessero bene.

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La Rambla ieri affollatissima di persone nella foto di Marika Zorzi

 

Hai forse sentito nominare la rambla, una parola che deriva dall’arabo raml (sabbia) e sta a indicare una strada ricavata da un corso d’acqua asciutto che è stato coperto. La rambla è la via principale di Barcellona, una zona molto caratteristica che è visitata durante tutto l’anno da moltissimi turisti, che vi passeggiano all’ombra degli alberi, ammirando la città circostante e godendo di tanti spettacolini che improvvisano ai suoi lati gli artisti di strada. Ci sono stata diverse volte a passeggiare lungo la rambla e ho il ricordo della luce, dei colori, delle tante lingue che si sentono parlare dalle persone che la percorrono, del mercato coperto a uno dei suoi lati con i profumi delle spezie e i sapori della frutta fresca.

Quel posto che sembra fatto solo per stare bene, per godere delle cose belle e delle buone compagnie, per respirare l’aria internazionale di una città accogliente e aperta, quel bel posto ieri è stato violato da un attentato terroristico.

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Una piccola cerimonia lungo la rambla

Il termine terrorismo si capisce che ha a che fare con la generazione di terrore. Infatti il terrorismo consiste in una o più azioni criminali dirette a provocare terrore nella popolazione o in gruppi di persone. Nel 2001 l’Unione europea ha definito gli atti terroristici come atti intenzionali compiuti con il proposito di danneggiare uno Stato o un’organizzazione internazionale, di destabilizzare gravemente o distruggere le strutture politiche, costituzionali, economiche o sociali fondamentali di un Paese, di generare paura tra le persone e intimidirle.

Anche per noi adulti non è facile comprendere perché esistano persone che decidono di divenire terroristi. Ci sono ragioni storiche, religiose, politiche, sociali, economiche e geografiche che si intrecciano tra di loro in modi complessi e comunque inammissibili. L’unica cosa certa è che i terroristi, di qualsiasi provenienza e per qualsiasi motivazione, sono dei criminali. Infatti la polizia e tutte le forze dell’ordine sono al lavoro, da ieri, a Barcellona, per ripristinare la normalità e portare in prigione i responsabili dell’attacco alla rambla.

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La folla riunita ieri in piazza Catalogna a Barcellona

Nella realtà, come nelle fiabe che spesso hai ascoltato raccontare dai tuoi familiari o dai tuoi insegnanti, esistono purtroppo persone cattive che commettono cose atroci e terribili, ma delle quali si può parlare e sulle quali puoi fare domande e discutere insieme alla tua famiglia.

Nella realtà, come in quelle stesse fiabe, esistono per fortuna persone che si danno da fare per aiutare e per soccorrere, per mettere a disposizione un alloggio, un pasto, un vestito, un’automobile, persino per tradurre! Infatti ieri nella rambla c’erano tante persone di tante nazionalità diverse e quelle che sono ora in ospedale hanno necessità di comprendere quello che dicono i medici e i medici di comprendere quello che i ricoverati dicono per poterli curare; allo stesso modo c’è bisogno di interpreti per tutte le persone che possono fornire indicazioni alla polizia con le loro testimonianze e che non parlano lo spagnolo o il catalano. Pensa che ieri in un sito internet dedicato a segnalare le necessità e a offrire assistenza per i fatti di Barcellona c’erano poco più di 60 richieste di aiuto e quasi 8000 offerte di cura e sostegno. Questo significa che le persone buone e disponibili verso gli altri sono molte di più di coloro che commettono stragi e seminano paura.

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Il tweet della sindaca di Barcellona Ada Colau

 

La risposta della cittadinanza di Barcellona è stata grandiosa! Ada Colau, la sindaca di Barcellona, subito dopo l’attentato ha rivolto queste parole al mondo intero: “Barcellona è città della pace. Il terrore non ci farà smettere di essere come siamo: una città aperta al mondo, coraggiosa e solidale”.

E da ieri mattina, per tutto il giorno, una grande folle si è riunita in Piazza Catalogna, da cui parte la rambla: “Non ci fate paura” dice quella gente tutta insieme. Si canta, si applaude, si portano fiori, si accendono candele, si prega. Ci si sente solidali e si grida la propria forza. Tutti uniti. Anche noi, da questa parte del mondo, diciamo ai terroristi che non fermeranno il nostro desiderio di pace e il nostro impegno per vivere in armonia tra esseri umani, nel nostro pianeta.

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*Paola Nicolini, docente di Pisicologia dello Sviluppo e dell’educazione Unimc

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