«Il festival “So…Star tra i libri” mi è piaciuto molto. peccato sia durato solo due giorni». Sono le parole di Anita Manciola, 10 anni, una delle ospiti del festival letterario “So…Star tra i libri”, che si è tenuto il 29 e 30 giugno a Pollenza, organizzato dal Comune di Pollenza e dalla Pro loco Corporazione del Melograno.
La seconda edizione ha proposto un calendario ricco di eventi per grandi e piccoli. Il festival si è aperto con la presentazione di “Se un coccodrillo bussasse alla vostra porta” (Rrose Sélavy) di Massimo De Nardo con le illustrazioni di Gio Pistone. Subito dopo la presentazione del libro, si è tenuto il “laboratorio creativo di incontri tra parole, colori, carta e… odor di rosmarino!” a cura di Stefania Pietrani e del comitato organizzativo. È stato poi il turno di Jazz Manciola e TommyGun con la presentazione di “Nove Maghi” di Trincea Ibiza e il laboratorio di fumetto; mentre domenica grandi e piccoli hanno seguito Alessandro Riccioni per i vicoli e la piazza del paese in occasione della presentazione itinerante dell’albo illustrato “La strada” (Lupoguido).
«Il primo giorno ci sono stati due laboratori – continua Anita – uno di creatività con Stefania Pietrani (e un coccodrillo) e uno di fumetto con Jazz Manciola e Tommy Gun. La domenica pomeriggio siamo stati a passeggio per i vicoli di Pollenza con Alessandro Riccioni che durante ogni sosta ci leggeva un pezzo della storia “La strada”. In tutti e due i giorni erano presenti diverse librerie e case editrici dov’è era possibile acquistare dei libri. Purtroppo, questo festival è durato solo un paio di giorni. Avrei voluto farlo durare ancora a lungo».
Tra gli ospiti del festival anche Chiara Farinelli, 10 anni, che è rimasta colpita dal fumetto. Infatti, scrive: «L’esperienza che mi è piaciuta di più del festival “So…Star tra i libri” è il laboratorio di fumetto di Jazz Manciola e Tommy Gun. Abbiamo inventato un personaggio, lo abbiamo disegnato e abbiamo descritto le sue caratteristiche. La mia eroina si chiamava Simfia e il suo punto forte erano gli occhi: riusciva, facendo gli occhi dolci, a manipolare le persone. Alla fine del pomeriggio i due fumettisti mi hanno fatto un autografo che conserverò per sempre».
L’unica cosa che non mi piace di Pollenza è il nome fasullo, messo al posto di quello vero di Monte Milone. Ossia, il monte di Milone… Milone era un generale, a cui Carlo Magno aveva concesso in feudo quella zona ove sorge la cittadina dall’aria salutare, che fa vivere a lungo… Immagino la lunga storia d’amore tra il focoso generale e la sorella di Carlo Magno, che comunque aveva impedito il matrimonio per motivi dinastici. Ma alla fine chissenefrega: basta l’amore e il feudo…. Antonella Ventura, ascolta: tu che fai tante cose valide e curiose, perché non cominci a fare indagare su questa storia d’amore e che frutti ha dato… E perchè non ti rendi promotrice a fare togliere il nome fasullo di Pollenza (come io dovrei fare con quelli fasulli di Corridonia (fascista), prima di quella di Pausula romana (i “romani” erano tutti morti durante la guerra gotico-bizantina), onde ritornare la vero nome di Montolmo.
Concludo dicendo che Pollenza è uno scrigno di gemme artistiche da cui prendere esempio.