Fazzolettoni a Civitanova Alta,
la mission im-possible
della squadriglia Aquile

Fazzolettoni a Civitanova Alta,
la mission im-possible
della squadriglia Aquile

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REPORTER JUNIOR – Le ragazze scout hanno intervistato giovani, anziani e capi reparto per capire come vedono gli scout

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La squadriglia Aquile

Hanno intervistato anziani, giovani e capireparto per poi montare il risultato del loro lavoro su cartelloni o in video. La squadriglia Aquile degli scout di Civitanova Alta si è misurata con una nuova mission im-possible e ha conquistato una bandierina verde. Sono le ragazze che ne fanno parte a raccontarlo. 

«Lo scoutismo è ormai radicato nella nostra comunità, quella del piccolo paesino di Civitanova Alta. Tutti gli abitanti e le persone che la frequentano sono abituate a vedere dei ragazzi e delle ragazze con un fazzolettone colorato al collo. Tutti sono abituati a vedere un po’ più di gioia in giro e la gioia che cerca di arrivare anche dentro di loro. Perché è questo che fa uno scout: tenta di portare felicità. Essere scout vuol dire aiutare il prossimo sempre e in ogni circostanza. Significa impegnarsi a lasciare tutto meglio di come lo si è trovato. Facendo questo, chiunque incontri uno scout potrà conservare nei suoi ricordi una frase o una buona azione che gli è stata fatta. Non è necessario essere uno scout per fare delle buone azioni, ma diventarlo può indirizzarti a compierne sempre. Forse è questo che distingue un po’ uno scout. La voglia di conoscere altra gente, la voglia di scoprire sempre cose nuove, che è anche la ragione per cui scrivere questo articolo. Uno scout sperimenta in qualsiasi ambito immaginabile, che può variare dal fare rafting in un’altra regione a inventare una banalissima ma sempre apprezzata canzone. Il giornalismo è l’avventura che noi squadriglia Aquile, cioè un sottogruppo del gruppo scout, abbiamo deciso di intraprendere quest’anno. Abbiamo intervistato anziani di Civitanova Alta e giovani e capi di altri reparti, facendo cartelloni oppure montando video sul telefono, ma ora possiamo anche dire di essere diventate, anche solo per poco, delle giornaliste. Possiamo dire di aver cercato di strappare un sorriso a qualcuno anche tramite la lettura. Possiamo conquistare una nuova bandierina verde, tradizionalmente ottenuta al termine di ogni specialità di squadriglia, ma che non indica solo ciò che c’è scritto, “Giornalismo 2023”, ma racchiude tutto l’impegno che c’è stato dietro e i sorrisi che ci saranno dopo nella speranza che possa essere anche d’ispirazione per un futuro non troppo lontano».



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