Si chiama “Tutti uguali al re!” la fiaba della classe 3B della scuola primaria “F.lli Cervi”, dell’Istituto Comprensivo “Dante Alighieri” a Macerata. La fiaba ha vinto il premio Cronache Maceratesi Junior al concorso “Una fiaba sull’inclusione”, promosso dall’associazione Spazio Ambiente. A causa del maltempo dei giorni scorsi, però, la classe non ha potuto partecipare alla premiazione che si è svolta al Cinema Italia.
Tutti uguali al Re! C’era una volta un re che voleva a tutti i costi che i suoi sudditi fossero uguali a lui e nessuno mai lo superasse in bellezza e forza. Aveva emanato un proclama nel quale si diceva: “…se indosserò una giacca rossa, tutti voi miei sudditi, indosserete giacchette rosse che io stesso vi farò confezionare. Se calzerò scarpe nere, calzerete scarpe del medesimo colore, per voi cucite da esperti calzolai. Ogni mattina le mie guardie personali, alle sette in punto, dalla torre del castello, annunceranno il mio stato d’animo e anche voi assumerete la mia medesima condizione.” Succedeva non di rado che il re si svegliasse di malumore e tutto il popolo dovesse mostrarsi arrabbiato per l’intera giornata. Per essere tristi e infelici, gli abitanti erano spesso costretti a litigare fra loro e mantenere il broncio per ore e ore. Al contrario se il re si sentiva felice, tutti dovevano fingere gioia, pur se in cuore si sentivano morire. Per molti anni nessuno osò contrastare il suo volere; tutti avevano paura di perdere il benessere di vivere nell’agiatezza o peggio …la testa! Un giovane, stanco di accettare la volontà del sovrano e stufo di non essere mai riconosciuto da nessuno, tanto era simile a tutti gli altri del regno, decise di affrontare la situazione. Si recò dal re in persona e con coraggio affermò: “Sua maestà, quello che sta facendo al suo popolo è davvero ingiusto! É molto triste per noi, pure se indossiamo abiti eleganti e comode calzature, non avere la possibilità di essere noi stessi. Ci lasci liberi di esternare i nostri sentimenti! La grandezza di un sovrano non si esprime rendendo gli altri simili a se stessi, bensì mostrando un cuore docile e sensibile”. Quelle parole, pronunciate con tanto ardore colpirono il re, il quale il giorno seguente invitò tutti al castello per un nuovo proclama nel quale era scritto che i suoi sudditi tornavano liberi di poter mostrare le loro gioie e le loro preoccupazioni, di indossare ciò che desideravano e di pettinarsi come volevano. Da quel giorno nel regno tornò la serenità e tutti vissero felici e diversi. Autore: Classe III B Scuola Primaria “F.lli Cervi” Istituto Comprensivo “Dante Alighieri” – Macerata